A Palazzo Strozzi, allo Strozzi Bistrò, è il risultato Contest tenutosi alla Scuola Tessieri di alta formazione della ristorazione e ospitalità, sostenuto da Fondazione Livorno e rivolto a ragazzi meritevoli degli istituti alberghieri della provincia sul tema dell’arte dei Macchioli in tavola.
Nel cortile del Palazzo fiorentino, un luogo fortemente simbolico nel senso più ampio della cultura, è stato presentato il progetto Arte e cultura della cucina – L’estetica del piatto ispirata all’arte pittorica dei Macchiaioli, promosso da Fondazione Livorno in collaborazione con Scuola Tessieri – Atelier delle Arti Culinarie, centro d’eccellenza della formazione nel settore enogastronomico e dell’ospitalità. Il progetto è stato pensato per gli studenti senior di alcuni istituti di istruzione secondaria con indirizzo enogastronomico e ospitalità alberghiera con la realizzazione di un Contest alla Scuola Tessieri sul rapporto tra arte e cucina.
Oggi che la tavola è sempre più narrazione e territorialità il Contest ha invitato gli studenti concorrenti a realizzare un piatto, dolce o salato in piena libertà, ispirandosi a un’opera pittorica dei Macchiaioli, prima avanguardia europea dell’Ottocento, legati alla campagna e alle marine tra Livorno e Castiglioncello.
La chiave interpretativa, sull’idea della sinestesia del gusto, era declinare l’innovazione pittorica nel piatto lasciandosi guidare dal territorio e dalla stagionalità ed emozioni del quadro scelto. L’idea della giuria – formata dagli chef Stefano Cipollini, Christian Cecconi e Daniele Zazzeri, i giornalisti Ilaria Guidantoni e Giorgio Dracopulos – che ha valutato i nove piatti selezionati, oltre che a criteri di gusto, tecniche di preparazione e gestione dei tempi, si è focalizzata sulla rappresentazione non mera raffigurazione. Non tanto dunque una copia dal vero quanto un’interpretazione perché la cucina, come l’arte deve emozionare, solo in un secondo tempo informare, educare.
Quest’idea si sposa anche con i Macchiaioli, movimento nato al fiorentino Caffè Michelangelo nel 1862 – il termine, denigratorio, fu utilizzato dalla Gazzetta del popolo– che precede gli stessi Impressionisti: l’ispirazione è la vicinanza al vero ma oltre il Realismo, la riproduzione fedele e composta delle scuole d’arte e delle accademie.
La macchia infatti è l’impressione, il colore più del segno.
La loro pittura è caratterizzata dall’abbandono della linea e del punto poiché, secondo la poetica di questi artisti, non sono elementi presenti in natura. Già Eugène Delacroix, grande colorista, quando pensò ad un Vocabolario dell’arte nel 1857 evidenziò come in natura si vedono colori che diventano forme non contorni e disegni. In tal mondo la tavolozza ha dato origine ad un diverso ricettario. Tecnicamente i Macchiaioli prediligono un forte uso di chiaroscuri ottenuti con il cosiddetto specchio nero (annerito con del fumo), per cogliere meglio i contrasti chiaroscurali delle figure.
Quasi tutti gli allievi hanno scelto opere di Giovanni Fattori e tutti i dipinti sono olio su tela, che allude anche a uno degli ingredienti simbolo della cucina toscana.
I piatti realizzati, veri e propri dipinti edibili, sono stati valutati da una giuria d’eccezione che ha preso in esame la scelta degli ingredienti, la conoscenza delle tecniche di preparazione, il gusto e la presentazione estetica con particolare attenzione all’attinenza al dipinto scelto. Le preparazioni partono infatti dall’attenta osservazione dell’opera dei Macchiaioli. Tutte e tre le pietanze premiate si sono ispirate a vari dipinti di Giovanni Fattori. Il rosso sul mare, realizzato da Manuel Stacchini, si ispira all’opera Lungomare di Antignano; Matteo Orlandini è l’autore di Maremma a modo mio, che reinterpreta il noto dipinto Bovi al carro; il terzo ed ultimo piatto vincitore dal titolo Tra terra e mare è stato presentato da Davide Raciti ed è ispirato all’opera La libecciata.
Il piatto vincitore è stato firmato da Manuel Stacchini, Il rosso sul mare, ispirato a Lungomare d’Antignano di Giovanni Fattori, dipinto nel 1894 quando ha 69 anni. Durante l’estate, così come in quel giro di anni, è ospite nella villa dell’imprenditore e politico fiorentino Antonio Civelli ad Antignano, a sud di Livorno, per dare lezioni di pittura alla figlia Corinna, da lui ritratta un anno prima in La scolarina (1893, collezione privata). Il soggiorno ad Antignano e la realizzazione di questo dipinto sono documentati in una lettera del 31 luglio 1894 all’allieva Adele Galeotti, in cui Fattori riferisce le misure del quadro e ne sottolinea la fattura «dal vero».
Le colline livornesi sopra Antignano, inondate di sole, sono le vere protagoniste di questo dipinto. Il taglio obliquo del pendio che scende verso il mare divide nettamente in due la scena: sulla sinistra i caldi colori della terra si alternano ai verdi cangianti della vegetazione; sulla destra prevalgono i toni dell’azzurro del cielo e del mare, interrotto solo da piccole imbarcazioni scure.
“Da sempre la Fondazione sostiene i giovani – ha dichiarato Luciano Barsotti, Presidente di Fondazione Livorno – sia nel loro percorso scolastico che nella loro formazione professionale. Con questo contest, la mission culturale della Fondazione, intesta nella sua accezione più ampia di valorizzazione dell’arte da un lato e di sostegno all’educazione, istruzione e formazione dall’altro, si coniuga con la promozione dello sviluppo economico del nostro territorio”.
“La ‘Scuola Tessieri. Atelier delle arti culinarie’ è nata nel 2016 con l’obiettivo di trasmettere conoscenze e competenze ai giovani – ha raccontato Alessio Tessieri, Fondatore e Presidente della Scuola – che aspirano a lavorare nel settore della ristorazione e della pasticceria.
La scuola si propone di infondere anche tutta la passione, la curiosità e l’entusiasmo necessari per affrontare le sfide contemporanee.
Per rispondere alle esigenze del territorio e alla crescente domanda di professionisti nel settore, riteniamo fondamentale partire dalla motivazione e dalla passione dei giovani, coltivandole attraverso un percorso formativo che valorizzi talento e creatività, promuovendo al contempo eccellenza e innovazione in cucina. Questo progetto va esattamente in tale direzione”.
A cura di Giada Luni