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XANTE BATTAGLIA: DAL PRE-ARCAICO AL POST CONSUMISMO a cura di Ada Eva Verbena.

XANTE BATTAGLIA

Presso gli spazi espositivi del Collegio universitario F.lli Cairoli di Pavia si è tenuta, il 15 febbraio u.s., l’inaugurazione della mostra “Xante Battaglia: Dal Pre-Arcaico al Post-Consumismo”, curata dal collettivo A.F.A. (Albanesi, Fraccaro, Allegrini), che rappresenta una sintesi antologica dell’opera creativa sessantennale svolta dal Maestro Xante Xattaglia, nel mondo dell’Arte Contemporanea.

L’evento inaugurale è stato accompagnato dai prestigiosi vini di Antonio Faravelli titolare di Cantine Vitea e promotore del progetto ” Golf and Wine 1895″ presente come sponsor ufficiale dell’ Evento.

Il progetto che come sempre illustrato da Faravelli ha una forte valenza turistica, dato che intende promuovere il Golf abbinandolo a uno dei prodotti enologici italiani più apprezzati e conosciuti al mondo: il vino.

L’azienda vanta più di un secolo di storia nella produzione di vini in Oltrepò Pavese. Attiva dal lontano 1895 tesa a mantenere e ricercare prodotti sempre nuovi e qualitativamente migliori attraverso la cura dell’intero processo produttivo a garanzia di vini autentici e genuini in rispetto della Lotta integrata, della qualità delle uve e del vino in fase di vinificazione. Propongono al mondo una ricetta di qualità del Made in Italy.

Le cento opere esposte di Battaglia, artista di rinomanza internazionale legato prevalentemente al movimento della figurazione concettuale, sono indicative di tutti i cicli del Maestro: dai primi lavori “Pre-arcaici”, caratteristici del tema dell’emigrazione italiana degli anni ‘60, al ciclo “Post-arcaico” che raffigura la cosiddetta Mater Arcaica, icona stilizzata che rimanda alle nostre origini greco-latine, passando per gli “Sfregi pittorici”, elementi demistificanti il potere e il mito correlato; il tutto transitando per le “Opere Binarie”, sorta di ultrasignificanti dell’immagine mass-mediale, gli “Iconocubi”, sequenze fotografico-architettoniche in cui l’immagine evolve all’astratto, e le opere di “Fotomeccanica”, che descrivono la falsità del mondo della comunicazione, per giungere così ai “Frammenti d’Universo”, con la liberazione dai gravami della pittura tradizionale, i “Monocrom”, sintesi gestuale-concettuale della Mater Arcaica, ed infine al ciclo del Post-Consumismo, con il recupero artistico del materiale degradato. “Geniale, poliedrico, eccentrico, anticipatore dei tempi e dei costumi, con una potente vis critico-comportamentale” come lo descrive il suo biografo ufficiale, Giosuè Allegrini, è stato stimato dai più grandi storici e critici d’arte, fra cui Giulio Carlo Argan, Pierre Restany, Michel Tapié.

Già titolare della cattedra di pittura presso sette Accademie di Belle Arti Italiane, fra cui la prima cattedra di di pittura di Brera a Milano, all’Albertina di Torino e a Venezia, ha esposto anche alla Bonino Gallery di New York, alla Biennale di Venezia, con antologiche al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, al Palazzo della Permanente e a Palazzo Reale a Milano, al Grand Palais di Parigi. La mostra al Cairoli resterà aperta sino al 2 marzo p.v..

Pavia, 16.02.2024 Giosuè Allegrini

IMPRESSIONI SULL’EVENTO

a cura di Ada Eva Verbena

Giosuè Allegrini, amico, collezionista e biografo ufficiale di Xante Battaglia, ha curato e presentato ai numerosi visitatori, l’evento. Allegrini si pone all’artista Battaglia in veste di biografo e come referente scientifico. Nel suo testo di presentazione inquadra l’autore nel mondo dell’Arte Contemporanea delineandone i molteplici aspetti che lo caratterizzano.

In mostra sono esposte opere create nell’arco di 63 anni di attività. Il Franz definiva l’artista Xante Battaglia giá 30 anni fa un “artista nuovo” capace di cogliere ed intercettare in anticipo la storia del tempo a lui contemporaneo. Attraverso la creazione di un personale modello di comunicazione fatto di integrazione tra Politica, Società Xante comunica a noi con la sua Arte trasformando tali componenti tematiche in “piogge di filosofie” (cfr. Franz).

Xante Battaglia ha anticipato molti movimenti ed artisti. Negli anni sviluppa riflessioni profonde e fa denunce di fatti e personaggi attraverso azioni intellettuali raffinate. Con le sue opere egli porta a noi temi e filosofie concettuali che rivitalizzano il “fare arte” ed i materiali. Suoi, i temi cari del PRE-ARCAICO con la figura della Grande Madre Arcaica, e del POST-CONSUMISMO tema coniato da lui e dal critico Pierre Restany. Riattualizzare lo scarto del consumismo non é riciclo ma raffinata operazione di trasformazione.

Tra i temi in mostra troviamo anche gli “sfregi” demistificatori, un vero e proprio attacco ai Falsi Miti del contemporaneo. Molto interessante l’opera il “Lettore dell’opera” (nel 1977 posta in mosta presso la Galleria Apollinaire di Milano). Con quest’opera si apre il discorso sul tema “le scritture”. Una sedia accoglie il visitatore che trova dinanzi a sé due testi scritti su due tele. Tramite l’operazione artistica delle “cancellature” l’artista identifica un nuovo modo di leggere il testo.

Si passa dal “leggere” un testo, al “de-legge” l’altro testo cancellandone parti. Cosí facendo ottiene l’edizione di un nuovo valore del linguaggio. Il discorso si fa analogamente anche con un’immagine. Un dettaglio viene ritagliato ritrovando un valore nuovo, nel “focus del dettaglio” che apoare piú vero dell’intero. L’artista ritrova il reale senso profondo del contenuto espressivo dell’opera. Il dettaglio smaschera la “falsa cultura”, scoprendo la vera intenzione comunicativa.

Altro tema caro all’ artista, la ricorrente “Madre Arcaica”. In mostra la ritroviamo anche nella sua ultima e piú recente ricerca. Ella vive ieratica e monolitica, la ritroviamo anche all’interno delle opere rivitalizzate, né la “firma che cambia l’oggetto”. Il gesto, la firma o la trascrizione delle sue icone sintetiche, riportate su contenitori per pizza o per uova, diventa per l’artista un motivo ed insieme, un atto supremo di denuncia del consumismo. Pochi gesti diretti sferzano un attacco diretto ai “miti della contemporaneità”. Il gesto performativo si fa carico di ribellione e pathos.

L’evento inaugurale si chiude con una performance dell’artista Xante Battaglia che attraverso la sua arte comportamentale in un unico atto crea un’opera che il critico Marco Marinacci commenta prendendo a paragone il fulmine di Zeus che sprigiona la sua energia nel suo gesto pittorico-plastico sulla una tela bianca. “Lo sfregio” ottenuto é lontano dall’operazione del “taglio” di Lucio Fontana. In Xante Battaglia diviene la valorizzazione dell’istante. Come un fulmine energetico arriva la materia pittorica che assume anche valore plastico nel suo pigmento nero e si appropria della tela che viene trasformata all’istante. Il bianco assume un nuovo valore in relazione al “nero fulmine” che si accampa sulla superficie. L’operazione si conclude apponendo sul margine in basso a destra della tela, la sua firma autografa “Xante Battaglia 2024”.

Xante Battaglia, Zeus contemporaneo, scaglia i suoi fulmini sul Mondo e ne denuncia le sue tragedie, le guerre in corso e gli uomini bruti.

Denuncia la sua ultima e nuova attenzione verso la contemporaneità attraverso la riflessione verso l'”Uomo senza qualitá”.

Denuncia infine, con un pizzico di nostalgia nella voce, d’aver “perso la fede” verso il post-consumismo che rimarrà un’utopia.

Una mostra da non perdere!

Ada Eva Verbena

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ArteEventi

Babs Art Gallery Milano presenta: Maurizio Fusari e Francesca Nobile. Armonie in evoluzione via Maurizio Gonzaga 2, 20123 Milano 15 Febbraio–12 Marzo

BabsArt Gallery

Doppia personale alla Babs Art Gallery di Milano dedicata a Maurizio Fusari e Francesca Nobile.

La mostra, allestita dal15 Febbraio al 12 Marzo, propone il confronto tra due artisti diversi tra loro per generazione, stile e tecniche, ma accomunati da un grande talento creativo eda un febbrile ricerca di innovazione esperimentazione.

L’esposizione prevede infatti18 dipinti recenti su tela, carta e stoffa di Francesca Nobile (Modica, 1980) euna selezione di30 lavori dell’artista e orafo Maurizio Fusari (Sant’Angelo Lodigiano, 1964) realizzati dalla fine degli anni Sessanta a oggi.

Fusariè uno dei maggiori esponenti dell’arte orafa italiana. Formatosi alla scuola di Giò Pomodoro (1930-2002), ha poi proseguito la sua fortunata carriera con creazioni personali, allargandosi anche a collaborazioni con Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Pietro Consagra, Pasquale Galbusera. In mostra si vedono 23 pezzi disegnati e creati interamente da lui e 7 realizzati con altri celebri artisti.

“Nel mio lavoro” racconta l’autore “mettotutto il mio sentire, sono forme che vengono dalla mente e si caricano di un valore simbolico e ancestrale”.

Le materie preziose, lasciate grezze, con le loro superfici irregolari, sprigionano luce ed energia. Come glianelli e i bracciali rigidi, dove labirinti di solchi e di forme incidono profondamente le superfici. La lavorazionesi fa poi sottile e leggera nelle collane Diramazione e Marte(2019), intrecci d’oro splendenti come ragnatele.

I lavori in corallo, sono un omaggio a questo materiale potente e prezioso e rievocano le forme della natura, come l’anello Anemone di Mare(2020).Gli esemplari realizzati “a quattro mani” sono vere e proprie micro sculture da indossare, che riflettono il gusto e le sfide delle opere maggiori degli autori con cui ha collaborato.

Come i due anelli in oro, smalto e pietre preziose realizzati con Giò Pomodoro, perfetta e minuta sintesi degli studi dell’artista sulla geometria e la luce, il pendente con pavè di brillanti progettata con Consagra, un girocollo con pendente a forma cavallo di Aligi Sassu e la spilla Pescatore, realizzata per Fiume, in oro giallo e smalti. “Queste collaborazioni” spiega Fusari, “mi hanno fatto capire cosa certi grandi artisti intendessero per gioiello.

Mai considerato come una forma minore.

Quest’arte nasce infatti prima della pittura e della scultura e incarna il desiderio di indossare un ornamento, presente già nelle culture più antiche”.

Alle pareti Francesca Nobile presenta la sua produzione datata 2020/2024. L’artista ha sviluppato negli anni un linguaggio personale che liberandosi progressivamente dalla figurazione, è approdato nel 2003 a una pittura liquida, dove macchie di colore invadono il supporto pittorico, lasciando affiorare suggestioni di costellazioni, prati fioriti e tappeti marini. Queste forme fluide e leggere sono per lei “espressioni di malinconia e vitalità, raccontano l’aspetto metafisico e il quotidiano”. Il suo lavoro nasce da una riflessione sul corpo, sulla potenza della meditazione e sull’esperienza onirica che conduce gli individui a indagare l’inconscio, le gioie e le profonde paure.

Una ricerca che ha raggiunto solidità anche attraverso la BABS ART GALLERY Via Maurizio Gonzaga, 2–MILANO www.babsartgallery.it+39 347 9350394 sperimentazione di diversi medium, installazioni e video.

In galleria presenta 2 grandi opere su carta (WildSidee Controcanto 2023/2024), un trittico su tela (Sol invictusdel2020/22), e una installazione composta da15 piccole opere.

Si tratta della serie Liquid Death, che Nobile ha realizzato a tecnica mista su fazzoletti di stoffa.

Sono lavori, spiega l’artista che “nascono da un ricordo intimo e tenero.

Di quando ero piccola, e mio padre si toglieva di tasca il suo fazzoletto stirato e profumato per asciugarmi le lacrime o il naso. Io glielo restituivo bagnato e appallottolato.

Era uno scambio che parlava d’amore e di cura. Ho voluto lavorare su questo supporto per restituire al mondo un’emozione, riempirla di colori sgargianti, unire gioia e dolore, come spesso capita nella vita”.

Ufficio stampa–Setteluci

press@setteluci.net

Manuelita Maggio–cell. +39 338 4132673

Elisabetta Castellari–cell. +39 340 0581336

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ArteEventi

“Heroes” di Massimo Lagrotteria a cura di Giuditta Elettra Lavinia (GEL) Nidiaci

Massimo Lagrotteria

S’inaugura Sabato 27 gennaio 2024 alle ore 18 la personale “Heroes” di Massimo Lagrotteria, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, presso Rosso Tiepido Hangar a Modena.

L’esposizione si compone di tre grandi sculture mai esposte dall’artista e dunque realizzate appositamente per gli imponenti spazi di Rosso Tiepido, e otto dipinti installati per l’occasione su cavalletti rivestiti in un elegante velluto colorato: tale originale allestimento si rende necessario in quanto Rosso Tiepido presenta al suo interno diversi murales di alcuni dei più importanti street artist italiani e internazionali quali Tellas, Moneyless, Giorgio Bartocci, Sten&Lex, Aris, Awer, Ciredz, MP5, Martina Merlini e Gola Hundun, i quali a partire dal 2018 hanno reso questo suggestivo spazio industriale una “Cappella degli Scrovegni della street art”.

La mostra di Lagrotteria si propone dunque come una mostra nella mostra, dove lo spettatore che osserva i lavori si trova a notare un’amalgama di linguaggi differenti seppur armonici nel loro insieme.

Le sculture e pitture di Lagrotteria ci parlano dell’alienazione sociale di cui tutti gli individui, almeno una volta, si trovano a soffrire: l’individualità trova il suo comune denominatore in un malessere ampiamente diffuso nella società odierna, dunque l’esperienza non è da considerare come singolare bensì come parte di una grande addizione esistenziale; gli eroi antieroi di Lagrotteria siamo noi, che sprofondiamo nel grigiore delle nostre vite sebbene cerchiamo di eluderlo.

Così la curatrice Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci scrive nel testo critico della mostra: “Il ragionamento attraverso il quale si realizzano le opere di Lagrotteria è di tipo induttivo, ovvero un ragionamento che procede da più casi particolari per formulare una conclusione generale, al contrario del ragionamento deduttivo, che procede da considerazioni generali per giungere a formulare regole specifiche.

Ecco dunque che osservando bene quella materia vibrante posta come un agglomerato dalle fattezze incerte su piedistalli stabili solo in apparenza, questa si manifesta come vere e proprie macerie del tempo odierno, un tempo che Lagrotteria vuole raccontare senza orpelli, che vuole forse persino cercare d’ingannare nel vano tentativo di arrestarne il suo tragico scorrere. L’ideale eroico gesto di Lagrotteria ha le fattezze accennate delle sue sculture, i suoi Heroes intrappolati in un immobilismo da cui disperatamente tentano di emergere: sono gli stessi soggetti, gli stessi personaggi che abitano le tele, adagiate sul velluto ora scarlatto ora pervinca, colori che riflettono bellezza e che stridono a confronto della tragica cupezza del mondo di oggi.”

L’esposizione sarà visitabile fino al prossimo 24 febbraio.

Massimo Lagrotteria

Heroes

A cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci

27 gennaio – 24 febbraio 2024

Inaugurazione Sabato 27 gennaio ore 18

ROSSO TIEPIDO HANGAR

Via Emilia est  1420/2, Modena

contatto@tiepido@rossotiepido.it

3406408427

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ArteEventi

Da Bergamo a Milano per arrivare in Giappone , Marzia Ratti sarà protagonista insieme all’artista Giapponese Saito Hiroyuki di una Bipersonale a cura di Alessio Musella e Alessandra Korfias che inaugurerà il 12 Dicembre a Milano.

marzia ratti

A Bergamo continua a riscuotere successo la personale di Marzia Ratti nel luogo “Unconventional” Agenzia viaggi Ascot Travel (fino all’1 gennaio 2024) Born in Bag e luce fu a cura di Alessio Musella, personale in collaborazione con Agostino Art Gallery e il supporto di Andrea Barbieri Owner di Astrolabio Viaggi da sempre amante dell’arte.

il vernissage di venerdi 1 Dicembre ha visto la presenza di molti collezionisti e pubblico interessato ai temi trattati.

A Milano il 12 dicembre si apre la mostra Ombre e sussurri- il Dialogo Bi-Personale che vede protagonisti Marzia Ratti e Saito Hiroyuki. a cura di Alessio Musella che da oltre un anno segue l’artista e Alessandra Korfias. in collaborazione con la galleria Agarte fucina delle arti e Yukiko Nakajima Gallery..


Quando due culture distanti si sfiorano… inizia un dialogo…
L’arte si trasforma in un ponte tra Giappone e Italia.
Le poetiche creative di Marzia Ratti e Saito Hiroyuki si intrecciano
dando l’opportunità di comprendere la storia di due Mondi testimoni di storie narrate che da sempre ci hanno affascinato, due universi che vivono  l’arte del secondo dopo guerra in modo essenzialmente diverso, ma ancora una volta la diversità non diventa ostacolo, ma tramite per Crescere e Conoscere.

Marzia Ratti è la ‘firma’ delle installazioni ‘Not For Sale’, tra le quali le Bio-Bag, borse griffate contenenti feti umani (riproduzioni) nel liquido amniotico (di resina) che suscitarono tanto scalpore nel 2022.

I suoi feti, o moderni puttini, sono un indice puntato sul futuro dell’umanità, tra sfide sociali, tecnologiche e perfino sanitarie: viviamo l’inizio di un domani di cui Marzia Ratti intende esortarci ad essere protagonisti e non pedine.

Forme, colori e materiali conquistano i sensi. 

La sua arte è ‘viva’,  provoca la discussione, instilla punti interrogativi, una ‘poetica’ distopica.

Ombre e sussurri, il Dialogo

Inaugurazione a Milano, mercoledì 12 dicembre, ore 16, Centro culturale “ChiAmaMilano”, via Laghetto 2.

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Artecultura

L’arte della parola: ANILA DAHRIU a cura di Irene Giuseppina Groccia.

ANILA DAHRIU

ANILA DAHRIU

Un viaggio nell’Arte della parola

di Giuseppina Irene Groccia |17|Novembre|2023|

Anila Dahriu è scrittrice, poetessa e traduttrice con un talento straordinario. La sua poesia è un’arte potente che ispira e tocca profondamente la sensibilità dei suoi lettori.

Ha una grande abilità nel creare opere evocative insieme a quella di esprimere emozioni complesse attraverso le parole. L’eccellenza del suo lavoro è dimostrata dai numerosi premi e riconoscimenti ricevuti durante il suo percorso artistico, i quali testimoniano l’impatto che hanno avuto le sue pubblicazioni in ambito letterario.

Da qualche anno si dedica anche alla traduzione di testi poetici nella sua lingua madre, l’albanese.

La traduzione è una forma d’arte che richiede una profonda comprensione della lingua di partenza e di arrivo, oltre a una sensibilità per la resa accurata delle sfumature linguistiche e culturali. Anila Dahriu riesce con grande professionalità a condividere, mediante questa ulteriore espressione artistica, la bellezza e l’importanza della letteratura attraverso le barriere linguistiche.

Conosciamola meglio attraverso questa intervista in cui sarà lei stessa a raccontarsi…

▪️Cara Anila, quando e come nasce, la tua passione per la scrittura e la poesia?

La mia passione per la scrittura nasce in età tenera, ero ancora una bambina, avevo forse dieci anni. Mi ricordo benissimo, uscendo da un negozio  all’ improvviso dissi a loro con la spavalderia dell’età: “In futuro diventerò una scrittrice”. Loro rimasero impietrite dicendomi che ero una povera pazza. Non badai alla loro reazione, andai tranquillamente verso il mio sogno. La voglia e la curiosità di leggere, di osservare, di cercare di capire gli avvenimenti della vita, l’ho avuta  si può  dire da sempre. Già da piccola guardavo i libri come si guardano i gioielli. Sono stata sempre curiosa di capire che cosa c’è dietro la realtà che si vede, dietro le apparenze, ed è per questo che a un certo punto ho voluto condividere le mie esperienze con gli altri. Il modo più giusto era la scrittura e l’ho fatto con entusiasmo, liberamente, senza creare mai zone d’ombra con le mie parole. Pane al pane e vino al vino: ho scritto quindi in maniera diretta, chiamando le cose con il loro nome, non nascondendomi dietro paraventi falsi o dietro furberie. L’inizio  fu a 22 anni, quando avevo già maturato un rapporto sereno con la pagina che, come sanno tutti i poeti, fa sempre paura. 

Quando hai capito che la scrittura sarebbe diventato un aspetto così predominante della tua vita?

L’ho capito nel 1996 quando decisi di pubblicare il primo libro in albanese “La porta di me stessa”. Contemporaneamente, oltre a leggere narrativa e poesia, decisi di dedicarmi anche allo studio della letteratura partendo dal passato, dai classici. Devo dire che sono stata molto incoraggiata dai lettori che subito si complimentarono con me con entusiasmo.  Naturalmente io mi sentivo molto inquieta, ero dominata dalla poesia, il mio essere era tutto preso dai libri e cercavo quindi  di distillare letture e vita nei versi ormai diventati la mia esistenza quotidiana.

Quali autori classici e contemporanei hanno più influenzato la tua scrittura?

All’inizio ho fatto letture disordinate; leggevo tutto ciò che mi capitava fra le mani. Soprattutto autori albanesi come Ismail Kadare, Fatmir Gjata, Sterio Spase per la prosa,  e per la poesia Xhevair Spahiu, Luljeta Lleshnaku. Poi mi sono scatenata e quindi l’elenco sarebbe in finito ma non poso non citare Dostoevskij, Tolstoj, Anna Achmatova, Marina Ivanovna Cvetaeva, Baudelaire, Verlaine, Mallarmè, Rimbaud,  Ghiannis Ritsos, Kostanntino Kavafis fino a quando non ho incontrato gli italiani con i quali ho sentito molte affinità, anche per essere vissuta a lungo in Toscana. Per la narrativa cito Grazia Deledda, Alberto Bevilacqua, per la poesia Ungaretti, Saba, Cardarelli, Antonia Pozzi, Sibilla Aleramo, Luciano Luisi, Dante Maffia. Potrei fare anche altri nomi, perché ogni libro mi apre mondi nuovi, diversi, nei quali trovo spesso sorprese immense, ma si tratta di episodi. Invece i nomi fatti sono una frequentazione che mi ha saputo dare indicazioni e direttive che arricchiscono di continuo la mia anima, il mio cuore e il mio intelletto.

Hai partecipato ad alcuni importanti concorsi letterari ottenendo ottimi consensi ed ambiti riconoscimenti… ce ne vuoi parlare?

Si ci sono stati diversi premi importanti e riconoscimenti internazionali per la mia poesia. Sono stata segnalata al “Premio Farina” a Roseto Spulico (Calabria) (giugno 2014). “Premio Terre Lontane “Spezzano Albanese, Calabria (dicembre 2014), il premio “Don Luigi Di Liegro” a Roma. (2015)

Vari Premi assegnati dalla Associazione Culturare ”Club della poesia” insediati Cosenza. L’associazione internazionale degli scrittori Bondani, con sede a Bruxelles e Pristina, 2019 decide di assegnare il premio internazionale” DARDANICA” Albania/Italia, Macedonia settentrionale… 

Premio internazionale “Mihai Eminescu” Romania 2019

Premio “Arberia” 2020 Calabria

Nel 2021  il premio Barocco Salentino della Città di Lecce

Premio Bogdani nel 2021 Kosovo

Premio letterario “Antica Pyrgos” 2021-2022

In Grecia “Alessandro Magno” 2022. 

Lasì Romania 2022.

Tra i vari componimenti letterari, quali prosa, poema, poesia. Quali prediligi?

Sono tutte tre preferite da me. Ma ultimamente scopro che esprimermi attraverso i poemi rappresenta più il mio essere. Quando ho un’ idea all’improvviso diventa un poema, un libro. 

Da qualche anno hai iniziato a dedicarti anche alla traduzione di testi poetici. Quali sono le maggior difficoltà che incontri?

Le difficolta sono tante, non è facile la traduzione ma si cerca di entrare nel focus della scrittura con l’anima e leggere e studiare molto nella lingua che si traduce. Credo che aiuta lo scambio di opinioni, di poesia, di idee e di mondi poetici possa dare energia nuova ad ognuno. Sono convinta che quando due mondi diversi si scambiano il fiato, cioè la poesia, i risultati ci saranno.

Recentemente hai partecipato al Festival in Romania, avendo avuto possibilità di confrontarti con diverse culture. Ci parli di questa tua importante esperienza?

E’ stato un’esperienza straordinaria. Scambiare la poesia, opinioni, conoscere poeti e scrittori da tutto il mondo direi è una grande fortuna. Un scambio che ha come risposta la ricchezza del tuo essere. Come ho detto sopra cioè che la poesia è il fiato che lega tutti i popoli del mondo, non ha colore, ha solo la bellezza della nostra salvezza. 

Se incontrassi te stessa a 18 anni cosa ti consiglieresti?

Di farei quello che ho fatto fin ora senza esitare. Scrivere, studiare in continuo, viaggiare nella scoperta delle culture nuove. Il mondo è così grande con spazi inesplorati. Dove vai anche se fai un passo sempre scoprirai esistenza di un fiato che diventa una parola e dopo una poesia. Il mio senso della vita è questo, vivere nel bene e nel male, nei labirinti proibiti e tante volte anche sognare il paradiso. Perché no?! 

Quante ore dedichi al giorno alla scrittura e solitamente a che ora preferisci scrivere?

Dipende! Sono giornate che mi dedico alla lettura e altre alla scrittura. Dipende dall’ispirazione, non ci sono orari. 

A quale dei tuoi libri ti senti più legata e su cosa stai lavorando attualmente?

I libri sono come i figli. Nascono e poi li ami nello stesso modo. Attualmente sto lavorando con traduzioni. E sto preparando diversi libri da  pubblicare con poeti noti internazionali. Un antologia con tutti poeti internazionali tradotto dall’ italiano in albanese. E due miei libri, un poema in italiano e un libro di racconti in albanese.

Progetti e sogni nel cassetto?

Sono tanti. Viviamo in tempi drastici con problematiche sociali, economiche e internazionale che lasciano tanto a intendere. Vorrei che il mondo, avvicinandosi alla poesia, diventi migliore e trovi la possibilità di produrre felicità e amore. Sarà difficile ma la speranza non muore mai.

Grazie per l’intervista.

Anila Dahriu

Contatti  

Email aniladahriu@live.it

Facebook Anila Dahriu

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ArteEventi

S’inaugura Sabato 18 novembre alle ore 17,30 la personale Amor fati dell’artista Massimo Lagrotteria, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, presso la galleria Bottega Gollini di Imola.

Massimo Lagrotteria

La mostra si compone di un cospicuo corpus di lavori pittorici su tela, interamente dalla grammatica figurativa, come è da sempre nella cifra stilistica dell’artista, e realizzati appositamente per la galleria Bottega Gollini.

Nel testo critico del catalogo, posto a corredo dell’esposizione, la curatrice scrive: “La pittura di Lagrotteria è una pittura che torna eternamente a raccontarsi, le campiture di colore si stratificano sulla tela senza però affastellarsi in un’architettura barocca, anzi, sembra quasi che per l’artista aggiungere la materia sia come sottrarla. E una pittura in togliere, ricca ma al contempo scarna, ove i soggetti che abitano le tele, da soli o raccontati in una moltitudine, osservano lo spettatore prima ancora di essere guardati, placidi, in un serena e stoica accettazione di un destino pressoché inevitabile. […]

A livello formale la pittura di Massimo Lagrotteria ha una risultante materica ma spoglia, definizione che suona come un ossimoro: questo connubio invece è possibile, in quanto le pennellate non si sovrappongono affastellandosi in una stratificazione importante e rigida, bensi abitano una verticalità in cui il superfluo sia già stato depennato.” Il titolo dell’esposizione è la medesima locuzione latina che definiva un certo “amore per il destino”, una concezione trattata dallo stoicismo prima, riprendendo l’antica visione della circolarità della storia, e da Nietzsche poi, per definire il corretto atteggiamento dell’ oltreuomo, che accetta gioiosamente e quindi ama il destino al quale non può sottrarsi.

La mostra vive abitando un’interessante cornice, quella della galleria Bottega Gollini, che trasuda storia e tradizione: viene fondata a Imola nel 1967 da Alberto Gollini, imolese noto per aver favorito la diffusione di opere uniche e grafiche d’autore di alcuni tra i più importanti nomi del panorama artistico nazionale e internazionale.

Nel 2000 Luigi Foschini acquista la galleria dalla famiglia Gollini con l’impegno di operare a favore della creazione di relazioni artistiche e culturali di rilievo, lontano da logiche esclusivamente commerciali.

Nel 2013 la galleria si trasferisce da Via Andrea Costa in Via Emilia, di fronte al Teatro Ebe Stignani, cuore della vita culturale Imolese: questo passaggio sancisce la volontà di apertura e partecipazione alle attività cittadine.

La mostra sarà visitabile fino al 30 dicembre prossimo.

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ArteEventi

“POESIE VISIVE” WILLDOO PROJECT PRESENTA, MOSTRA PERSONALE – GIULIANO GRITTINI.

WILLDOO PROJECT

MOSTRA PERSONALE – GIULIANO GRITTIN

Merini-Marilyn
Il parallelo dell’anima

Dieci poesie inedite ispirano la Cracker Art di Giuliano Grittini

GALLERIA SAN BABILA
Via Visconti di Modrone 6, Milano
Giovedì, 9 novembre 2023
Vernissage dalle ore 18.30

Milano, Novembre 2023 – Fotografo, artista, esperto di tecniche di stampa, inventore della tecnica definita Cracker Art, Giuliano Grittini torna a Milano con la mostra personale “POESIE VISIVE”,
che si terrà dal 9 al 22 novembre 2023 presso la Galleria San Babila, sotto il coordinamento di Willdoo Project.
Tra le voci più autorevoli del panorama artistico non solo italiano ma anche internazionale, oltre ad essere stato amico intimo e depositario di parecchi inediti di Alda Merini, Grittini porta in scena ben 10 opere dedicate a 10 poesie inedite dell’immensa poetessa, aforista e scrittrice Italiana nota in tutto il mondo.
OPERE IN MOSTRA
Il percorso espositivo, realizzato negli spazi della Galleria San Babila, si snoda attraverso un lungo arco temporale che offre la possibilità di apprezzare da vicino anche altri lavori dell’artista, incluse immagini modulate secondo la tecnica della Cracker Art che prevede l’utilizzo di resine, lavorazioni in foglia d’oro, collage su tela o su tavola.

Accanto a Marilyn, descritta nelle modalità più iconiche, appare un’Alda irriverente, assorta, profondamente sensuale e bambina in una sorta di ambivalenza, accompagnata dalla inseparabile sigaretta.
La liaison con Marilyn fluisce da poesie che Merini dedicò alla diva americana, per scorrere nelle opere di Grittini come ispirazione o in senso puramente figurativo.

Al pari, vivono volti e interiorità che Grittini discosta dall’usuale prospettiva: una Lady Gaga che non
siamo abituati a vedere, una Uma Thurman bizantina, Keira Kinghtley ermetica, con lo sguardo penetrante
su fondo scuro e le pallide luci della lavorazione a foglia d’oro su tavola.
Ogni soggetto viene rivissuto mediante lo sguardo dell’artista e filtrato da un’emozione dominante: i Beatles,
Cara Delevingne, Madonna, Julia Roberts, Monica Bellucci.

OLTRE IL SEGNO GRAFICO
Carl Gustav Jungi avrebbe trovato nelle opere di Giuliano Grittini un’assonanza.
Per la reminiscenza visiva che si trasfigura in rappresentazione interiore, come ha scritto Enrico Badellino, ma non solo.
In Grittini il segno grafico pittorico affonda nell’inconscio, modula l’estetica usando il colore e restituisce all’astante il suo specchio.
Cracker Art è più un metodo che una tecnica. E ciò che la contraddistingue dall’intellettualismo della metodologia
è la verve ironica con cui l’artista dissacra, umanizza, avvicina.
ALDA MERINI & MARILYN
MONROE
Merini e Marilyn sono vicine.

Non solo sotto l’aspetto illustrativo o nel percorso interiore che Grittini compie per creare un
parallelo fra Eros e Thanatos, fra quell’amore segnato dal dolore che traccia un segno comune nel
percorso di Alda e Norma Jean,

La vicinanza qui diventa universale, inclusiva, metaforica.
La manipolazione tecnica, le alchimie cromatiche, diventano uno strumento mediato dall’ironia e
per questo capace, come dice ancora Badellino, di favorire la intima “commistione fra lontananza
e partecipazione, distacco critico e coinvolgimento emotivo, freddezza mentale e commozione
interiore”.
Fu Grittini a raccogliere dalle dirette parole di Merini, al telefono, il sentiment su Marilyn, quel
dialogo interiore scaturito da un destino similare, quello della farfalla contemplata per la sua
indicibile bellezza ma inchiodata al muro dalla brama del collezionista.
E tuttavia, in questo confronto, spostato dalla poetessa su un piano intimamente soggettivo, Marilyn diventa creatura dell’anima.


Nelle opere di Grittini, per traslato, l’immaginario del mito assume connotazione cinematografica
alla prima superficiale osservazione, per sprofondare nei recessi dell’inconscio grazie alla potenza
del colore, alle alchimie della materia che tracciano universi diversi fruendo di tecniche miste. CRACKER ART
Il metodo della Cracker Art, con il suo corpus articolato e complesso, rende i lavori “icone concettuali e i personaggi esplosi anche attraverso un senso sottilmente erotico, giocoso e bello anche per via di un’attenzione alle dinamiche più segrete del desiderio”. (Carlo Franza)
La matrice fotografica di Grittini si fonde con l’esperienza maturata stampando le opere di artisti
quali Baj, Fiume, Sassu, Guttuso, Warhol, Scanavino, Rotella, per diventare iperbole creativa contraddistinta da uno scambio attivo con l’osservatore.


GIULIANO GRITTINI
Giuliano Grittini ha tenuto numerose personali e collettive.
Ha partecipato al Bunker poetico nel contesto della Biennale di Venezia e ha pubblicato con
Luciano Prada 44 facce d’autore, volume di fotografie e aforismi di artisti.
Su Merini e Marilyn l’artista ha già espresso la sua visione in Ultimo atto d’Amore, insieme a Mimmo Rotella: a Palazzo Reale, per la regia di Pierpaolo Venier.

Allo spazio Oberdan è andato in scena Alda Merini-L’anima della luce Grittini è altresì autore insieme al regista Cosimo Damiano Damato del film Una donna sul palcoscenico, con poesie di Merini interpretate da Mariangela Melato.
Numerose le installazioni, fra cui ricordiamo un inedito Warhol riletto in modalità digitale e artistica e la scultura luminosa New Game in occasione di Mi-Art.
Nel 2014 partecipa all’omaggio a Basquiat e Haring presso il MDM Museum di Porto Cervo ed è
presente alla collettiva Amstel Art a Hong Kong.

Per ulteriori informazioni
Ufficio Stampa Willdoo Project
Ufficiostampa@willdooproject.com
+342.8538691
Instagram
@ wiildoo_project / @ giuliano_grittini_

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ArteAttualità

“S.V.” : L’artista Mariella Rinaldi da voce attraverso l’arte ad una denuncia inascoltata…

Mariella Rinaldi

E’ accaduto poche settimane fa….

Se davvero vogliamo cambiare qualcosa , quando parliamo di violenza sulle Donne, forse chi è preposto ad ascoltare dovrebbe agire, troppo spesso una denuncia si trasforma in nulla prima ancora che qualcuno inizi a prendere appunti……

L’artista Mariella Rinaldi dopo aver ascoltato la protagonista dell’ennesimo episodio di violenza nei confronti di una donna, ha scelto di dedicarle un dipinto , ritraendo il suo volto, S.V. non si nasconde, non ha timore di esporsi, è consapevole che un tassello importante per dare una svolta a questo cancro della società, e proprio metterci la faccia.

Fidanzata da qualche tempo, non più innamorata, un sabato sera, decide di lasciare il suo fidanzato.

Glie lo comunica sotto casa di lui.

Lui ci rimane male, non se lo aspetta

Lei vista la situazione crede che non sia il caso che lui la accompagni a casa e così chiama un suo amico che l’aspetterà in un parcheggio poco distante.

Lei scende dalla macchina, si incammina verso il luogo accordato con l’amico, ma lungo il tragitto, il suo ex la insegue e con rabbia la spintona a terra e le tira un calcio.

Lei è spaventata ed incredula, perché fino a quel momento niente aveva presagito un comportamento così violento da parte di lui.

Si rialza, ferita ad un braccio e alla mano e nota che lui (che si era allontanato) si sta riavvicinando, pertanto inizia a correre, sulla strada, in quel momento buia e deserta, in direzione dell’amico che, ignaro dell’accaduto, la stava aspettando.

Il giorno dopo si rivolge alle forze dell’ordine con la volontà di denunciare l’accaduto, ma dopo il colloquio nel quale le veniva affermato che “purtroppo la denuncia non avrebbe portato a nulla”… e che la parola di lei  era comunque “solo la sua parola contro quella dell’ex fidanzato”!, amareggiata, rassegnata e delusa,  ha rinunciato e se ne è tornata a casa.

Rivoltasi in seguito anche ad un’associazione… anche quest’ultima le ha praticamente ripetuto le stesse frasi delle forze dell’ordine.

Il pugno ricorda la bestialità del gesto, il cuore l’amore, la lacrima ….

L’ARTE AIUTA A COMUNICARE, RACCONTARE, SENSIBILIZZARE.

L’Artista è solita reinterpretare con il suo stile i classici del passato , ma anche volti del presente, mai temendo di essere fuori luogo, perchè la sua arte funge da traghettatrice, portano il passato nel contemporaneo raccontandolo tra forme e colori..

In questa opera vuole fermare l’attimo per non dimenticare…. renderlo visibile e attuale, nessun volto dal passato, nessun viso famoso, ma il volto di un presente che vogliamo cambiare…..

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ArteEventi

“Hyperbaton. Minimal ma non troppo” a cura di Gianluca Marziani, Agostino Art Gallery presenta l’artista David Berkovitz.

David Berkovitz

Dal 17 ottobre 2023 al 15 gennaio 2024 sarà possibile immergersi nell’intricato mondo di Berkovitz e delle sue incredibili opere in carta che parlano di vita e speranza

In contemporanea 3 opere di Berkovitz saranno esposte in esclusiva a Venezia presso la Fondazione Dona’ dalle Rose, con cui Agostino Art Gallery ha siglato di recente una partnership sotto il segno dell’arte

VERNISSAGE – Martedì 17 ottobre, 19.00

Agostino art Gallery

Via Solari 72, Milano

Mostra a cura di Gianluca Marziani

Milano è da sempre una città abituata a stupire e questa volta lo fa partendo dal mondo dell’arte proprio con l’artista David Berkovitz e la sua mostra personale “Hyperbaton. Minimal ma non troppo”, a cura di Gianluca Marziani, che dal 17 ottobre 2023 al 15 gennaio 2024 sarà aperta al pubblico in Via Solari, 72 presso Agostino Art Gallery.

In contemporanea 3 opere di Berkovitz appartenebti alla serie “Divaricazioni del Bianco” saranno esposte in esclusiva a Venezia presso la Fondazione Dona’ dalle Rose, con cui Agostino Art Gallery ha siglato di recente una partnership sotto il segno dell’arte. 

Lo storico Palazzo Donà dalle Rose ospiterà inoltre in Residenza d’Artista per tre settimane, durante il mese di Novembre 2023, David Berkovitz chiamato in Laguna dalla mecenate e collezionista Chiara Modica Donà dalle Rose per lasciarsi ispirare dalle atmosfere veneziane e dedicarsi alla creazione di una nuova collezione.

Nato a Bologna dove attualmente risiede, Berkovitz porta nel capoluogo lombardo la sua poetica più intima proponendo un percorso visivo che si snoda attraverso 16 opere su carta e tecnica mista, suddivise in due serie: “Divaricazioni del Bianco” e “Divaricazioni del Nero“.

La mostra, “Hyperbaton”: dal greco antico “yper-baino”=  vado oltre, oltrepasso, si riallaccia a questa figura retorica verbale che indica un’alterazione dell’ordine naturale della frase allo stesso modo in cui nelle opere di Bergovitz le cadenze dei tagli, il capriccio dei riccioli, la musica muta della carta sono pause di tempo che vanno oltre il tempo e le apparenze“,  spiega lo storico dell’arte Alberto Gross.

L’elemento che contraddistingue le opere in mostra, realizzate con utilizzo principalmente della carta a cui sono associate tecniche miste, è la linea continua (con cui lo stesso artista esordisce nel 2011) capace di creare forme da un unico tratto che a sua volta non si distacca mai dal supporto, ovvero dalla carta.

Le linee verticali e orizzontali che caratterizzano i lavori di Berkovitz hanno un significato profondo e rappresentano le emozioni più intime dell’essere umano.

Le linee verticali rimandano al tempo presente su cui si sovrappongono linee orizzontali caratterizzate da terminazioni a mo’ di riccioli che racchiudono idealmente il tempo futuro con le speranze che racchiude e la promessa di una felicità pronta ad esplodere e manifestarsi.

Altro elemento portante è il taglio, in cui l’artista “vede” il segno e il mezzo che di richiamano all’estirpazione del dolore

Attualmente, ciò che mi affascina, è ciò che c’è di misterioso… dietro. Che sia una tenda, una porta, un muro, uno squarcio nella carne, un messaggio scritto. Lo spazio che si crea da due lembi tagliati, tra due righe, tra due note, o il movimento degli stessi, la leggiadria che assumono quando sminuzzati, aperti, mossi o divaricati, mi porta a intravedere mondi, quesiti, pensieri dietro agli stessi: Segreti, che attendono di essere svelati. Uomini, miti, leggende, si nascondono e appaiono quando visti sotto la giusta prospettiva o letti una volta appreso il linguaggio” prosegue Berkovitz.

La mostra proposta da Agostino Art Gallery e ideata dai co-Founder Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Ranzi – vuole essere un omaggio non solo alla produzione piu recente ed eclettica di Bergovitz ma anche al suo pensiero e al suo sentire artistici.

“Agostino Art Gallery è una galleria d’arte contemporanea che vuole essere anche un centro di scambi culturali ed è nata proprio con l’intento di promuovere un approccio multidisciplinare all’arte, abbracciando sia la creatività artistica che il dialogo sociale, in un flusso costante di contaminazioni tra modernità e innovazione, all’interno di un programma denso di incontri, talk, presentazioni letterarie, e naturalmente mostre sia collettive sia personali.

Possiamo parlare di una galleria che è nel contempo un incubatore virtuoso capace di sfidare il già noto, aprendo le porte soprattutto ad artisti emergenti. In questo orizzonte multisfaccettato si inserisce di diritto la personale di David Bergovitz, artista poliedrico e complesso, perfettamente in linea con la movimentata scena dell arte contemporanea italiana e internazionale sempre più orientata a portare alla luce talenti non omologati e vici capaci di uscire dal coro” conclude Cinzia Lampariello Ranzi, Art Curator e Co-Founder Agostino Art Gallery. 

Vernissage

Agostino art Gallery

Martedì 17 ottobre, 19.00

Via Solari 72 Milano

Agostino Art Gallery

www.agostinoartgallery.it

IG @agostinoartgallery

David Berkovitz

IG @davidberkovitz

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ArteSenza categoria

La Factory di Andy Warhol…

Andy Warhol

Una ex fabbrica situata nel cuore di Manhattan, precisamente al quinto piano del 231 East 47th Street, che dal 1962 al 1968 è stata convertita in uno spazio creativo di ritrovo per artisti famosi e volti emergenti. Tra le tante personalità che hanno varcato la soglia della Factory di Andy Warhol si possono citare Mick Jagger e Saldavor Dalì, Allen Ginsberg e Nico. Questo tempio dell’arte non era solo uno studio, ma anche un rifugio per molti giovani che cercavano la loro notorietà a tutti i costi e vedevano in Warhol la persona giusta con cui mettere a frutto le loro idee.

The Factory era il nome dello studio originario di Andy Warhol e con lo stesso nome sono conosciuti anche i suoi studi successivi.

Una curiosità:

L’affitto ammontava a “un centinaio di dollari all’anno soltanto”.

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