Si è recentemente concluso a Firenze “Pitti Uomo”, uno dei maggiori eventi della moda mondiale dedicati all’uomo. Nelle numerose interviste trasmesse dai vari canali social e televisivi ho sentito nominare spesso il “moderno gentleman”. Ma al di là del concetto puramente estetico legato all’abbigliamento (che ha comunque i propri codici e le proprie regole), chi è il gentleman oggi?
Nel vocabolario Treccani alla voce “gentleman” si legge:
“Epiteto che nel passato indicò i cittadini inglesi di nascita nobile o anche di nobiltà acquisita, e chi era autorizzato a portare armi, anche se non nobile; talora riferito più genericamente a persona di educazione, aspetto e modi distinti, senza precisa definizione di rango.
Oggi ha significato equivalente all’italiano gentiluomo, ed è riferito a chi, nell’insieme del suo comportamento, ha tratti signorili e perfettamente corretti; con questo senso, è termine noto e usato anche in altri paesi.”
Nel XXI secolo quali sono questi “tratti signorili e perfettamente corretti” che determinano il gentiluomo?
Sono i tratti di chi ha attraversato secoli di evoluzione della società e del costume, di chi ha saputo custodire il meglio del passato, ma è totalmente calato del presente con lo sguardo rivolto verso il futuro.
E’ un uomo che antepone la qualità alla quantità: nelle relazioni, nel tempo libero, in ciò che mangia, che beve e che indossa, che sa trattare la donna alla pari ma anche sorprenderla con un fiore, aprendole la portiera dell’auto o porgendole il braccio (senza che lei debba domandarglielo) quando porta i tacchi alti. Il garbo, è ciò che lo contraddistingue, perché ha una tale padronanza di sé e delle proprie idee da non avvertire la necessità di alzare la voce o utilizzare un atteggiamento aggressivo.
Sa ovviamente stare a tavola e intrattenere una conversazione.
Il suo charme tenderà a catalizzare l’attenzione, ma il suo garbo lo porterà a non monopolizzare la discussione parlando di sé, al contrario tenterà di coinvolgere chi è meno loquace, facendo domande. Il miglior conversatore, lui lo sa bene, è chi sa ascoltare.
E’ un uomo che tende a farsi ricordare, certo per il suo aspetto curato, ma soprattutto per la sua conoscenza del mondo e per la sua empatia.
Sul posto di lavoro tratta con la stessa gentilezza e rispetto sia superiori che sottoposti. Se è leader, sa elogiare in pubblico, correggere in privato e insegnare senza umiliare.
Sa che le regole dell’etichetta, in ambito professionale, “cedono il passo” alla gerarchia e se è invitato ad una colazione di lavoro dal capo (donna), sa che il saldo del conto questa volta non spetta a lui!
E’ un uomo che con la giusta dose di narcisismo sa prendersi cura del proprio aspetto (della propria igiene personale è ovviamente un obbligo!).
Ha capelli, barba, mani e anche piedi in ordine, sorriso curato, abiti stirati e camicia fresca di bucato, porta un ottimo profumo, ma non troppo invadente, soprattutto al lavoro.
Per non lasciare campo ad equivoci: non è sufficiente un abito sartoriale per fare il gentleman.
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