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Exit Urban Magazine “on the road” raccontato dagli scatti di Alberto Aliverti

exit urban magazine

Il fotografo Alberto Aliverti, in una giornata Milanese, insieme all’Editor at Large Paola Fiorido di Exit Urban Magazine, mensile cartaceo legato al mondo dell’ Arte , Fotografia e Musica, , si sono divertiti a scegliere i personaggi più singolari da avvicinare alle colorate cover decisamente POP del Magazine, nate dalla creatività di una Designer internazionale , Nerina Fernandez, e dall’editore Alessio Musella.

Ad un certo punto, però, un volto noto, si è prestato al gioco degli abbinamenti …

Una breve descrizione del Magazine www.exiturbanmagazine.it

Exit Urban Magazine è un Mensile cartaceo che vuole parlare ai lettori in modo diretto semplice e conciso , trattando argomenti che si dividono tra Fotografia, cultura, Musica , con un’ attenzione speciale verso l’Arte.

Il formato scelto ricorda il vecchio Lp in vinile, (35 x 30 cm) . solo 4 pagine, articoli, brevi, che rimandano , per eventuali approfondimenti, ai social dei personaggi raccontati.

La carta scelta, volutamente pesante e patinata, i colori vivaci, e la grafica aggressiva contraddistinguono e rendono riconoscibile al primo sguardo EXIT Urban Magazine.

In copertina, il protagonista è rigorosamente un personaggio storico o contemporaneo legato a Arte ,Musica o Fotografia

Alberto Aliverti, è un artista della fotografia, e un esperto nelle tecniche di stampa , in particolare

sono uniche le sue  immagini realizzate con la tecnica del wet plate… che sono il risultato di una ricerca cominciata nel 2014 a Woodstock (NY) e  proseguita a Milano nel suo studio personale, che si riallaccia al concetto creativo espresso nella mostra  SINDONI, apparsa per la prima volta nel luglio 2006 alla Fortezza del Priamar a Savona, e successivamente al Centre Culturel de La Providence a Nizza.

Per saperne di più..

ALBERTO ALIVERTI :LA RICERCA DELLA RELAZIONE SENTIMENTALE E DELL’INTIMITÀ NELL’ARTE DEL RITRATTO

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AccessoriIntervisteModa

Lipstick vintage, ideato ed immaginato da Antonio Armento

Lipstick vintage

LA NASCITA DI UN MOVIMENTO IDEATO ED IMMAGINATO DA ANTONIO ARMENTO : RECUPERARE TUTTO CIÒ CHE È FATTO A MANO, DISEGNANDO A MANO, PER TRASFORMARE I CAPI CHE LE PERSONE NON AMANO PIÙ IN QUALCOSA DI TOTALMENTE NUOVO.

Paola Fiorido indossa un abito Lipstick Vintage PH Diego Solari

Antonio, raccontaci come è nato Lipstick vintage e di come si sta evolvendo 

Lipstickvintage nasce a Genova una ventina d’anni fa’ grazie a Danila Procacci, una donna dal gusto eccezionale che ha improntato la sua ricerca verso l’abbigliamento firmato vintage e sartoriale; sono entrato in società 15 anni fa’ aprendo il negozio a Milano cercando di fondere le nostre qualità, Il mio trascorso da ballerino e pittore, le mia passione per la moda e la ricerca d’arte e oggettistica. Lipstickvintage si é divisa fiscalmente 8 anni fa’, avevo bisogno di un indipendenza artistica avendo una visione più eccentrica dell’arte e della moda per accantonare un po’ l’abbigliamento minimal e la sobrietà, Danila é tutt’ora un ottima commerciante, una donna raffinata che porta avanti la sua attività a Genova. 

Ho sempre favorito le partnership con i designer emergenti direzionati verso il remake del vintage e anche io a mia volta ho realizzato capi e accessori che sono entrati nelle collezioni di svariate case di moda. Il vintage da sempre ispira tutte le case di moda, come tutti quanti noi attingiamo dal passato per proporre qualcosa di contemporaneo. Negli anni mi sono direzionato verso gli abiti da sera, couture e sartoria, con una certa attenzione ai ricami; ho avuto l’esigenza di recuperare dei ricami anche rotti, deteriorati che sono degli autentici capolavori, ore di lavoro, mesi dietro ad ogni tenda, copriletto e centrino. 

Ricami che qualcuno ha dato per scontato che fossero da buttare perché vecchi così ho raccolto tutte queste cose e custodito in magazzino. Ho sempre coinvolto persone e artisti nel mondo di Lipstickvintage, con il mio amico e dipendente Roy abbiamo sempre preso i capi vintage e rivisitato il tutto ironicamente. 

Qual’ é la tua visione della moda ? 

Portando avanti questo progetto dell’ Hand Made  Italiano mi sono reso conto che noi Italiani ci perdiamo in un bicchiere d’acqua; noi Italiani siamo sempre stati la forza e l’ispirazione di molte aziende. 

Mia madre cuciva sempre e quando ero piccolo insegnava come in un bel gioco a me e mio fratello ad imbastire i pantaloni o a dare dei punti a degli abiti strappati, questo approccio ha innescato in me il desiderio di recuperare tutto ciò che é abbandonato, prendendo in considerazione tutta l’attenzione che le nostre madri, le nostre nonne e i nostri avi avevano messo nella realizzazione di questi ricami d’arte che per fine di una moda o cambio di stile sono stati gettati. Il nostro progetto é rivolto al recupero del fatto a mano, rivisitando e cucendo di nuovo a mano, utilizzando pizzi, ricami anche Indiani e Francesi creando qualcosa di totalmente diverso, completamente rinnovato  , dando alla luce abiti contemporanei e di stile, recuperando quello che altre persone hanno buttato via. In questo momento storico dove c’é una forte crisi economica ed esistenziale, tutti quanti noi dobbiamo cercare di risparmiare e recuperare; questo movimento si é rafforzato durante il Lockdown riguardando con amore tutto quello che avevo nel mio armadio ho iniziato a produrre degli abiti con questa filosofia cucendo a mano ogni piccolo pezzo e ho realizzato interamente un abito scultura partendo da un abito da sposa a sirena degli anni 50/60. Se tutto insieme iniziassimo a recuperare le cose, gli oggetti e i vestiti che non sono più amati; potremmo diventare un autentica forza.

Le cose che vengono realizzate con amore hanno un energia diversa, anche il compratore percepisce l’amore trasferito nell’oggetto.

Recuperiamo il cashmire, la lana, i tessuti del passato la parola del cambiamento é eco sostenibilità, dobbiamo salvare il mondo per salvare l’umanità, con un occhio di riguardo all’arte così come ai centrini o alle giacche realizzati dalla nonna. 

Di seguito alcune domande a Valentina Rossi , che affianca Antonio Armento nella creatività social di Lipstickvintage

Qual é il tuo percorso di studi ? Ci racconti il tuo progetto con Lipstickvintage per la tua tesi di Laurea ? 

Alle superiori ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico A. Bassi a Lodi, città in cui vivo, con indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing e specializzazione in Relazioni Internazionali per il Marketing.

Ho poi cambiato totalmente percorso di studi. Ora sto frequentando l’Istituto Europeo di Design a Milano, con indirizzo Fashion Styling & Communication, specializzazione in Major Communication. Conseguirò la laurea il prossimo dicembre!

Ho deciso di scrivere una tesi sul mondo del vintage di lusso, intitolata “Il Vintage di lusso. Un viaggio nel tempo”. Ho scoperto da circa un anno questo settore e ho scelto di intervistare alcuni negozi che vendono luxury vintage, tra i quali Lipstick Vintage. Quando sono entrata in negozio, ho avuto subito una calorosa accoglienza e mi ricordo quel giorno come fosse ieri. Antonio, il titolare, è stato subito molto disponibile ed interessato a ciò che stavo facendo e successivamente si è realizzato un sogno: quello di poter collaborare con lui per il mio progetto di tesi, sviluppando una nuova strategia di comunicazione digitale volta al rilancio del negozio!

Ora Antonio ed io stiamo costruendo e pianificando assieme, passo dopo passo, la creazione dei post, del prodotto che deve essere proposto, di come deve essere fotografato e successivamente editato per essere postato. Scegliamo l’ordine delle immagini per creare un feed curioso ed accattivante. L’idea di Antonio è quella di rendere il mondo del vintage più fresco, attuale, cercando di avvicinare anche la mia generazione.

Cos’é per te la comunicazione ? 

La comunicazione è fondamentale, è parte di noi sin dalla nascita. Il linguaggio, le relazioni sociali, i riti, usi e costumi, sono tutti elementi che permettono di comunicare. I media sono oramai parte della nostra quotidianità e sono tutti mezzi di comunicazione. In particolar modo, i social media hanno un forte impatto sulla comunicazione odierna, sono un potentissimo mezzo di diffusione di news (e anche di fake news purtroppo). Anche Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha recentemente affermato che il mondo digitale non potrà mai più essere escluso dal mondo della moda, ed un esempio è stata la recente Fashion Week a Milano.

Cos’é che ti ha attratto del mondo del vintage e della moda ? 

Piccola premessa: quando ero piccola ho fatto la modella per alcuni brand, come Laura Biagiotti, Carlo Pignatelli, ecc. e da quel momento il mondo della moda è entrato nel mio cuore. Ero affascinata da tutto ciò che mi circondava, dalla sinergia presente tra gli addetti ai lavori, dall’organizzazione…volevo essere parte di quel mondo. Per questo motivo poi ho scelto un percorso di studi universitari inerente alla moda ed alla comunicazione.

Devo essere sincera, mi sono avvicinata da poco al mondo del vintage: è stata una meravigliosa scoperta, un piccolo grande mondo che racchiude in se abiti ed accessori appartenenti ad epoche diverse e che trasmette emozioni. Indossare capi vintage permette a chiunque di essere unico ed inimitabile.

Si può essere creativi e originali con l’utilizzo dei social media ? 

Assolutamente si! Anzi si deve! Come dicevo prima, i social media devono essere sfruttati al meglio, sono il mezzo di comunicazione che ci accompagna minuto dopo minuto, grazie all’utilizzo dello smartphone. Essere creativi vuol dire anche esprimersi liberamente, senza sentirsi giudicati o condizionati dalla dal canone di profilo che le aziende e la società impongono.

Come definisci la tua figura professionale ? 

Mi definirei un’art director ! Come già anticipato, mi occupo della pianificazione della strategia digital, del calendario editoriale, scatto le foto ai capi ed accessori che devono essere postati e mi occupo della post-produzione.

Chi sono i tuoi punti di riferimento ? 

La prozia di mia mamma, “Zia Franca”, che oggi ha 101 anni e vive a Roma, è sempre stata una signora molto elegante e curata.

In passato, dopo le nozze con un medico, si è trasferita a Reggio Calabria ed ha conosciuto la Signora Versace, titolare di una sartoria della città, la boutique d’Alta Moda, e madre di Gianni che fin da piccolo frequentava il negozio.

La Zia aveva diversi abiti confezionati dalla boutique e quando Gianni Versace, diventato famoso, ha organizzato una mostra con i modelli realizzati dalla madre, la maison ha chiesto alle clienti di allora, tra cui mia zia, di poterli avere in prestito e per lei è stato una grande piacere.

Ammiro molto la Zia Franca per la sua vita piena, interessante e per gli incontri speciali che ha avuto la fortuna di avere.

C’ é qualcuno che senti di ringraziare ?

In primis me stessa, perché nonostante tanti intoppi e difficoltà durante il mio percorso di studi, non mi sono mai lasciata abbattere, mi sono sempre rialzata. Sono molto determinata: quello che inizio lo porto fino alla fine, no matter what.

Poi la mia famiglia, perché mi ha sempre supportato e sopportato, ed è grazie ai sacrifici dei miei genitori che ho potuto proseguire con gli studi e diventare quella che sono oggi.

E ora mi sento di ringraziare dal profondo del cuore anche Antonio, proprietario di Lipstick Vintage. Ha creduto in me sin dal primo momento in cui mi ha vista, e questo mi ha stimolato a scoprire le mie abilità, ciò che sono in grado di fare e che non sapevo di poter fare. Sta dando spazio alla mia creatività e alla mia voglia di imparare cose nuove.

Grazie , per il vostro tempo ,alla prossima !

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AccessoriIntervisteModa

Intervista a Adriano Lio , Founder Lio Occhiali

adriano lio


Nata come laboratorio artigianale per la lavorazione e la produzione di occhiali, minuterie e accessori vari, Liò oggi esporta con grande soddisfazione le sue creazioni in tutto il mondo.

Abbiamo intervisto il Titolare Adriano Lio per farci raccontare i suoi dove , quando e perché:

Quando hai deciso di occuparti di occhiali?

Ho fondato l’azienda nel lontano 1989, allora solo diciannovenne, con tanta passione e forse anche con un pizzico di follia. Nata inizialmente come laboratorio artigianale per la produzione e la lavorazione di occhiali, minuterie ed accessori vari, negli anni, l’attività ha subito profonde trasformazioni, tanto che, ad oggi, esportiamo con grande soddisfazione le nostre creazioni in tutto il mondo, sia quelle a marchio proprio, che i modelli in esclusiva.

Sei molto legato alla tua terra, infatti specifichi made in Veneto, la fiera quindi è gestita e controllata a km zero?

Il mio legame con il territorio è fortissimo, imprescindibile per tutto quello che faccio. Il mio “realizzato a mano in Veneto” non è solo estetica, design, bellezza, ma è anche salubrità delle materie prime, è rispetto rigoroso delle leggi, è salvaguardia ambientale, è tutela e garanzia dei diritti dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini, poiché prima di essere produttori e rivenditori, siamo soprattutto consumatori e solo consumando prodotti del territorio facciamo crescere il nostro Paese, creando un futuro per i nostri figli. Credo nell’importanza dell’impiego di materiali tracciabili e nella qualità dell’intera filiera di produzione, con la scelta di manodopera e fornitori che condividono i medesimi principi e la stessa visione aziendale.

Quante linee avete?

Abbiamo circa venti linee di prodotti, racchiusi nei nostri due brand principali:

  • Liò Handmade in Veneto è il brand storico di Liò. Occhiali realizzati quasi del tutto artigianalmente, che coniugano fashion e design, tradizione e innovazione secondo la mission, che Liò porta avanti con grande convinzione da trent’anni. Occhiali qualitativamente accurati, leggeri e comodi, forme tecnicamente più semplici, dal gusto sobrio, ma deciso e con un’attenzione quasi maniacale ai particolari.
    •  IO Unconventional è il brand aziendale che porta alla valorizzazione dell’IO, inteso come l’unicità delle persone, tributo alla bellezza nel suo significato più profondo. Volutamente fuori dagli schemi, forme stravaganti ed eccentriche, che ne sottolineano l’identità e che, negli anni, sono diventati un must pera uno stile non convenzionale ed eclettico.. Io Unconventional non è solo un brand, ma uno stile di vita, un’idea, un pensiero, ma soprattutto un desiderio condiviso.

Quali materiali scegliete per le vostre creazioni?

Da sempre Liò è specializzata nella realizzazione di occhiali in metallo, con lavorazioni finissime e altamente tecnologiche e da alcuni anni abbiamo iniziato con grande soddisfazione anche la produzione di occhiali in acetato di cellulosa.

Nel mondo il made in Italy in questo settore ha un suo valore aggiunto?

Il made in Italy è il vero valore aggiunto di tutta la mia produzione. Credo fortissimamente nel nostro meraviglioso Paese, sono convito che produrre in Italia significhi investire nell’autenticità, dare importanza alla nostra storia fatta di tradizioni, di arti e mestieri inestimabilmente preziosi e valorizzare ciò che ci distingue nel mondo. Il meglio di noi viene proprio da qui, dalla nostra creatività, che da sempre sposa qualità e inventiva, creando autentica bellezza.

Quanto è importante la Comunicazione oggi?

La comunicazione oggigiorno è fondamentale, poiché è il modo più efficace che abbiamo per farci riconoscere sul mercato, per comunicare quello che siamo e quello in cui crediamo, per creare un’autentica identità aziendale. Siamo partiti dalla realizzazione di un sito web che ci rappresenta in modo semplice e chiaro, il nostro “Chi siamo nel mondo” per passare attraverso i social network, da cui oggigiorno non si può prescindere. Sito web e social media devono viaggiare insieme e ci consentono di stabilire una relazione con il pubblico, fonte preziosa di informazioni per migliorare e arricchire il brand.

Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Ricordo quella volta a Parigi, era la serata di premiazione del Silmo d’Or ed eravamo stati nominati tra i finalisti. Per recarci al palazzo delle premiazioni, prendemmo il treno sbagliato, ritrovandoci nel bel mezzo della campagna francese, con nessun mezzo disponibile per arrivare. A qual punto fermammo un ragazzo francese che stava facendo jogging, il quale ci disse che l’unica possibilità era quella di avviarci verso il paese più vicino e chiedere a qualcuno.

Arrivammo, dopo una lunga camminata, in un negozio di alimentari e mentre stavamo cercando di capire come poter fare per trovare al più presto un mezzo di trasporto, sentimmo da fuori il clacson di un’auto. Era lo stesso ragazzo del jogging che era venuto a prenderci per portarci al Palazzo del Silmo d’Or, dove arrivammo perfettamente in orario. Un’incredibile esperienza di generosa ospitalità.

Tutti i fili intrecciati di una storia da raccontare. Questa magica miscela, unita all’ispirazione data dai materiali offerti dalla natura, si traduce in linee di occhiali non convenzionali, dove la creazione di un’idea avviene grazie alla professionalità tipica di una mano artigiana esperta.
Grazie per il tuo tempo Adriano , e per quello che fai per il nostro Paese,  esportare qualità , creatività è sempre stato il punto di forza per l’Italia .

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