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Redazione

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25 Novembre…

25 novembre

A tutte le donne, Alda Merini

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

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AttualitàIntervistespettacolo

Lisa Dalla Noce, un volto tra le maschere…

lisa della noce

Lisa Dalla Noce nasce a Bologna da Everardo, giornalista RAI e da Carla Abeti, pubblicista con interessi di Arte e Antiquariato.

Volto televisivo e scrittrice ,che nel mondo dell’arte , attraverso sue tecniche pittoriche  dipinge angeli, feti , donne….

La redazione di Wl-Magazine ha deciso di fare 4 chiacchiere con Lisa ,lasciando che sia l’artista a raccontare e raccontarsi..

Primo incontro con l arte?

Sono nata in mezzo all’arte, mio padre sia per lavoro sia da grande appassionato se ne occupava fin da quando ero bambina, ricordo che le pareti del lunghissimo corridoio della nostra casa era pieno di quadri, inoltre mia madre dipingeva e l’odore del colore ad olio era per me abituale e rassicurante

Prima opera?

Ricordo d’aver sempre disegnato, disegni molto forti e inquietanti, volti che sanguinavano e coltelli impiantati nelle teste, disegnavo su tutto quello che avevo a disposizione, perfino sulle pareti della mia camera,

Che formazione hai avuto?

Nell’arte mi sono totalmente inventata, sono cresciuta imparando e affinando le diverse tecniche, ero sicuramente più astratta ed informale per arrivare ad affinare i tratti e i diversi materiali.

Ho sempre rappresentato la figura femminile, una donna inquieta e sofferente per diventare poi più forte,

dipingevo la donna che “sanguinava” utilizzando i colori della terra per arrivare ad utilizzare la materia prima, il mio sangue, per identificarmi e per confermare il mio essere presente su questa terra.

Che tecnica utilizzi?

È comunque una tecnica mista, olio tempere acrilico colori da vetro, sono molto materici i miei quadri, a anche in quelli dove dipingo col sangue, estratto con un semplice prelievo dalla vena, lo chiudo poi infine con altri colori, con altri materiali.

Essere figlia d’arte, e un vantaggio o uno svantaggio?

Dipende dall’angolazione in cui guardi la cosa, a volte mi ha aperto delle porte, più spesso me ne ha chiuse.

Che rapporto hai con la TV?

Ho sempre lavorato nell’ambito televisivo,

ho un buon rapporto con la telecamera ma lavoro e ho lavorato in tutti settori televisivi dalla produzione alla concessionaria

Raccontami un aneddoto che ricordi con il sorriso 

Avevo cinque  anni ed “ero innamorata” di Mino Reitano, un grande amico di mio padre che  per farmi un regalo mi portò con lui  in RAI  per  farmelo conoscere e pranzare assieme. Ricordo il suo stupore quando mi vide arrivare per mano al mio papà, non credo gli avesse detto di una fan coì piccola. Fu molto gentile e dopo qualche giorno mi scrisse una lettera che aihmè, non ho più, dove mi spiegava il perchè non  avrebbe potuto sposarmi, durante quel pranzo ricordo mi fossi effettivamente dichiarata spiegandomi che quando fossi  stata una ragazza lui sarebbe stato troppo grande per me … da quel giorno per anni, mi spediva a casa  ogni suo disco uscita… uno dei ricordi che custodisco con nostalgia e dolcezza.

Se potessi dialogare con un personaggio del passato, con chi e di cosa? 

Credo con mio padre… da qualche anno non c’è più, e non sono davvero stati molti i momenti in cui abbiamo parlato, motivo per il quale il ricordo che ho condiviso con te poco fa mi è tanto caro.

Gli chiederei di parlarmi di Ferrara, del rinascimento e della dinastia dei Borgia, di raccontarmi del periodo musicale degli anni 30, e del perché non abbia fatto il padre con i suoi figli.

Poi se avessi ancora un po’ di tempo… Frida Kahlo, una grande artista, una grandissima donna. Le sue opere mi avvicinano al suo mondo inquieto, forte e pieno d’amore.  Vorrei sedermi accanto a lei mentre dipinge e  mi raccontasse di come trasformava la sua sofferenza in arte….  Ecco, un po’ mi rivedo in questo.

Cos e per te l arte? 

È quella cosa che quando non riesco a dormire mi trascina fuori dal letto per darmi la possibilità di diventare tutt’uno con la tela alla quale lavoro, e quella cosa che non mi permette di andare a dormire se sto lavorando ad progetti…. L’arte è l’emozione che mi travolge quando mi perdo in un’opera di Carrà o di un artista sconosciuto, o nelle pagine di un libro che sto leggendo o ad uno a cui sto lavorando… a proposito, non ti ho detto che ho terminato da poco un mio romanzo, “Mentre nessuno guarda” dove tratto un tema molto delicato e crudo come la violenza sui minori. Come vedi un filo conduttore che non cambia nel corso della mia vita. Dovrebbe uscire già con i primi del nuovo anno.

Quanto conta la comunicazione  oggi? 

Sono cambiati i modi di comunicare, oggi la comunicazione viaggia alla velocità della luce, è importante stare al passo e sul pezzo, rischi di essere sorpassato mentre ancora chiudi una campagna.

Bisogna prestare molta attenzione e affinare sempre di più il target per evitare dispersioni. Abbiamo tanti imput che ci arrivano da ogni parte e da ogni strumento. Se mi chiedi quanto conta comunicare, credo oggi serva più di ieri, ma la fatica e l’attenzione è doppia.

Più importante il talento o lo studio oggi? 

Una volta forse era sufficiente il talento, da non confondere con la genialità, Antonio Ligabue, riusciva a catturare e a raffigurare animali feroci senza averne mai visti e senza averne mai studiato né l’anatomia né aver frequentato un maestro d’arte. Oggi credo che, sebbene il talento sia conditio sine qua non per poter trasmetterne l’espressione, senza uno studio, oltre alla  fatica, per lo stesso concetto della velocità con cui cambino le cose, necessiti  uno studio approfondito di quello che permetta di ottenere e  semplificare un risultato. L’importante e comunque non oscurare o addolcire la parte più forte e l’essenza di un’artista.

Grazie per il tuo tempo Lisa

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ArteModaspettacolo

Beppe Modenese uno dei creatori del Made in Italy nel ricordo di Mario Vespasiani

mario vespasiani

Certi ricordi che sopravvivono nel tempo spesse volte non riguardano fatti importanti ma dettagli che potremmo definire secondari, che tuttavia completano la nostra personalità, delineano il nostro stile. Di punto in bianco affiorano momenti inaspettati e forse niente è perduto per sempre se abbiamo imparato qualcosa, facendola in qualche modo nostra e soprattutto se in quell’istante l’abbiamo amata. Ho la stessa curiosità di quando ero bambino e l’identica smania, tipo quella che percepivo alla notizia che saremmo andati allo stadio a veder giocare Marco Van Basten.

Mio padre ci teneva a farmi osservare da vicino personaggi particolari perchè è convito che si impara molto di più dall’esempio. Mi diceva di osservare le movenze, l’armonia dei passi e la potenza del tiro, come fosse più un ballerino che un calciatore, un funambolo che fa dell’equilibro un fatto di eleganza. 

Lo ricordo a San Siro come al Del Duca di Ascoli Piceno “casa” di Costantino Rozzi presidente della serie A bianconera, personaggio che mi rimase impresso per la spiccata ironia e per la vivacità da ragazzino ma soprattutto per un particolare che ho ancora negli occhi: quei calzetti rossi, che staccavano dal completo scuro e che non passavano inosservati, specie quando eravamo seduti a parlare.

La prima volta che incontrai Beppe Modenese provai quello stesso sentimento di curiosità e arguzia per come un dettaglio riuscisse ad inquadrare un personaggio. Un punto deciso di colore in un luogo del corpo inaspettato, la stravaganza di chi se la può permettere, di chi sa che bisogna andare oltre ciò che appare. In più Modenese somigliava ad un mio vicino, che guarda caso aveva a che fare coi tessuti e quindi trovai immediatamente nel suo sguardo attento e gentile un conoscente, ma anche uno del mestiere. Il caso vuole che quei calzetti rosso acceso avessero a che fare con un altro pittore, quale dono dell’amico Balthus. La arti che si incrociano, come le storie e le relazioni. 

Il suo impegno come imprenditore e per anni come presidente della Camera Nazionale della Moda, ha permesso non solo a Milano e alla settimana della moda di diventare un punto di riferimento internazionale per tutto il reparto, ma ha rappresentato quella figura centrale che è mancata al mondo dell’arte in questi trent’anni, capace di unire più menti e di riconoscerne il valore, creando intorno a sé un beneficio che poi sarebbe stato per tutti. Il sistema dell’arte italiano non ha avuto un Beppe Modenese e non è riuscito a creare queste sinergie, questa abilità di regia tra i vari interpreti ed è così rimasto intrappolato nei confini nazionali, mentre il mondo non faceva complimenti e proponeva con successo autori provenienti anche da paesi dove l’arte era considerata al massimo un passatempo, una decorazione, più che una tradizione e una vocazione. In questi ultimi tre decenni il Made in Italy della moda ha saputo crearsi e mantenere una reputazione di livello internazionale, mentre l’arte da questo palcoscenico è stata praticamente essente, se non per qualche eccezione qua e là tipo fuoco d’artificio. 

Impeccabile nei suoi abiti sartoriali, col bastone laccato e col fermacravatta dai riflessi d’oro, in prima fila a tutte le sfilate della Milano Fashion Week, si è dato da fare incoraggiando validi stilisti a partire da Dolce e Gabbana, ma soprattutto immaginando un moderno sistema fieristico della presentazione delle collezioni, conquistandosi a pieni voti il passaporto di “Primo Ministro della moda Italiana”.

La sua abilità nel ricordare nomi e volti è la stessa che rivedo nel suo aspetto, nella sua posa ondulata, nell’indossare un cappotto che cadeva a pennello persino in movimento, mentre attraversava la strada. Quella strada a cui la moda deve tanto, quando ha saputo innalzarla a sogno, ad un raffinato elitarismo, che voleva significare rispetto e valorizzazione della propria persona, prima della paradossale ostentazione egocentrica di ciascuno e del logo.

Nei giorni del secondo lookdown, delle decine di migliaia di vittime tra i nostri concittadini e tra le personalità del mondo della cultura (che ho voluto ricordare nella mostra “Ritratti – sguardi ed anime” allestita tutt’ora presso l’Archivio di Stato di Pesaro) la scomparsa a 91 anni di Modenese mi auguro che riesca ad incoraggiarci nel perseverare sulla scia del suo esempio, lavorando insieme per un obiettivo comune: la crescita personale con quella del nostro Paese.


Lo immagino ora con Diane Vreeland a parlare del bello immortale, mentre noi dobbiamo risolvere problematiche umane fondamentali tutte in una volta: quelle sanitarie, estetiche, spirituali ed economiche che la pandemia ha evidenziato e che l’individualismo ha incattivito. Come una certa arte di tendenza ci ha anticipato in questi anni, stiamo vivendo la supremazia del brutto, dello scempio in nome del profitto, della moda ingannevolmente democratica che cannibalizza la cultura.

Per fortuna ci sono aree che resistono al degrado, che hanno meno visibilità, numeri e che se ne fregano dei like o di rivestire le influencer, che fanno della sapienza artigianale, della carica passionale e innovativa, il loro elemento di riconoscibilità e unicità.

Ciao B.M.(come il titolo del catalogo a lui dedicato) goditi che sfida che ci aspetta, perché da lassù si preannuncia ricca di colpi di scena. Siamo di fronte ad un nuovo inizio e quel rosso dei tuoi calzetti che sia quello dell’energia del fuoco, principio primo del nostro universo. 

M.V.

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Foto del GiornoFotografia

Ibrahim, dalla Collezione “My Voice” di Raimondo Rossi

Raimondo Rossi

La collezione di ritratti, intitolata “My Voice”, di Raimondo Rossi

vuole mostrare ancora una volta, attraverso i volti e gli sguardi di questi ragazzi, quanto sia necessario continuare a ripetere e ricordare frequentemente la profonda dignità ed eleganza delle persone di origine africana, che sono spesso discriminati.

Qui, ovviamente, le persone con radici africane sono prese come esempio per qualsiasi forma di ingiustizia.
Modello: Ibrahim.

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Musicaspettacolo

2 Dicembre nasce “MOONSHINE”, Programma Radiofonico di Numa Echos

numa echos

Radio Vanessa presenta MOONSHINE”, programma radiofonico a cura di

Numa Echos, Modella, Musicista, Scrittrice, poetessa, Artista a tutto tondo.

Dal 2 Dicembre 2020, il mercoledì dalle 21:00 alle 23:00

Mormorii “distillati” al chiaro di luna e sonorità alternative e raffinate saranno gli elementi caratterizzanti. Un’immersione tra note, parole, letture note e parole ignote.

FM: 101.800 Mhz per il Veneto

STREAMING: www.radiovanessa.it

OFFICIAL WEBSITE: www.numaechos.com

Una semplice domanda a Numa :

Cos’è per te la radio?

Penso la Radio sia un canale informativo e di divulgazione artistica utilissimo e che permetta all’ascoltatore di creare una personale proiezione a livello figurativo.

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ArteAttualitàEventi

Le azioni di sensibilizzazione previste per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

chiara canali

Il 25 novembre 2020 si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Paladina di questo processo di sensibilizzazione è sempre stata la sindacalista e opinionista televisiva Ketty Carraffa che ha già organizzato nel corso degli anni numerosi eventi, con il supporto della parte culturale, artistica e musicale, per “ricordare” le vittime di violenza e femminicidi.

Quest’anno, vista l’emergenza sanitaria che coinvolge il mondo intero e l’impossibilità di realizzare eventi “in presenza”, l’evento “Il Made in Italy delle donne” di Ketty Carraffa si realizzerà on line (sulla piattaforma Zoom), in un incontro dedicato alle donne che non potranno mai più raccontarsi, con interventi di donne e uomini da tutto il mondo, che raccontano le loro storie e progetti, per condividere un momento di speranza, di denuncia e d’impegno globale.

Tra le partecipanti, sono attese anche le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, che il 25 novembre avrebbero dovuto realizzare a Milano, presso il cortile di Palazzo Reale,

l’installazione “Il luogo più pericoloso”, a cura di Antonella Mazza.

Il progetto, già esposto lo scorso anno a Firenze nel cortile di Palazzo Vecchio sempre in occasione del 25 novembre, consiste in un centinaio di piatti da cucina di uso quotidiano, in ceramica, decorati con frasi, estrapolate dai media, che giustificano gli episodi di violenza sulle donne.

Parole usate dalla divulgazione cronachistica oppure dal soggetto violento, per raccontare, motivare o minimizzare il gesto di violenza, che testimoniano troppo spesso, l’abuso consumato all’interno delle mura domestiche.

Parole che esprimono il desiderio di controllo, il rapporto di potere, pronunciate da uomini incapaci di gestire il rifiuto o il fallimento di una relazione sentimentale, per dimostrare che la discriminazione o il sessismo non è la conseguenza di un improvviso e momentaneo impulso violento ma l’esito di un lungo processo emotivo, spesso sottovalutato.

L’evento, inserito nel Palinsesto I Talenti delle Donne 2020, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria non ha potuto avere luogo ed è stato trasformato in un’azione tra Palazzo Reale e Piazza Duomo, per la ferma volontà delle artiste e della curatrice di denunciare le violenze sulle donne avvenute durante il lockdown.

Non potendo installare la loro opera a Milano, le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, hanno coinvolto un gruppo di donne e artiste e si sono fatte ritrarre dal fotografo Marco Del Comune con i piatti di ceramica su cui sono state stampate frasi estrapolate da articoli pubblicati su fatti di cronaca che parlano di violenza sulle donne. Frasi come “In preda ad una tempesta emotiva”, “Sei mia per sempre”, “Senza di me non sei niente”, “Ti picchio ma ti amo”, “Non lo farò più”, “Era un buen chico”, “Te lo has buscado”

Ne è nata una sequenza di fotografie di donne e artiste, con i volti coperti dalle mascherine che Silvia Levenson ha appositamente disegnato con il suo simbolo dell’amore pericoloso per il progetto #sinergie: una mascherina per dar voce alle donne ‘imbavagliate’ dell’Associazione ‘Non sei sola. Uscire dal silenzio. Contro la violenza’ di Biella.

L’intento è far uscire allo scoperto questa emergenza umanitaria e sottolineare la comunicazione distorta e misogina legata alla divulgazione delle notizie sulle violenze, che colpevolizzano la vittima, causando un gravissimo equivoco culturale, tanto antico quanto diffuso ed attuale.

Spesso sotto questi gesti soggiace una radicata cultura di violenza verso le donne, con chiari segnali che vanno analizzati e riconosciuti come pericolosi quanto prima.

L’azione delle artiste, così come l’evento online di Ketty Carraffa, diventano così delle occasioni importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza femminile e per proporre un’evoluzione culturale che educhi le nuove generazioni al rispetto e alla cura.

Chiara Canali

Per info:

www.kettycarraffablog.wordpress.com

 www.silvialevenson.com

www.natalia.saurin.it

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Intervistespettacolo

Ermelinda Maturo e il Cinema …

Ermelinda Maturo

 Abbiamo fatto qualche domanda a Ermelinda Maturo, per conoscerla meglio, ma soprattutto per scoprire cosa significa ” fare Cinema ” oggi…

Il tuo primo incontro con il cinema? 
Bella domanda.. Non c’è stato un mio primo incontro al cinema poiché credo che  sia nata con il cinema dentro. Tutto ciò l’ho scoperto all’età di 7/8 anni circa credo, poiché da lì la mia passione per tutti i generi di film d’autore ha preso il volo. Ho iniziato in pratica tardi a fare cinema poiché inizialmente mi sono dedicata alle mie due attività di fiori dove nello specifico mi occupavo di Weeding. Che devo dire mi ha aiutato molto nel settore organizzativo cinematografico.

Poi il 2013 decido di aprire un accademia formativa di cinema, la Magna Elegantia che subito dopo mi ha portato a realizzare progetti sperimentali di reality e produttivi. 

– Quanto conta lo studio per un attore? 
Lo studio indubbiamente conta, ma conta moltissimo di più la pratica. Vivere il set, vivere tutte le figure artistiche e organizzative di un film è la migliore scuola. Quello che si apprende sui set non lo si impara con lo studio. 

– Quali sono le figure principali tecnicamente parlando quando si deve girare un film? 
Le figure essenziali per un film sono principalmente lo sceneggiatore o sceneggiatrice, regista, produttore e cast attori. 

– Come scegli i protagonisti delle tue produzioni? 
Ci sono vari modi a partire dai casting, ma oggi è semplice poiché abbiamo miliardi di attori e aspiranti attori che si propongono. Ovviamente ci sono anche le agenzie, ma preferisco affidarmi al mio database che funge anche da agenzia. 

– Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso? 

Ce ne sono moltissimi. Ma ve ne racconterò uno recente di un’attrice dove un giorno all’inizio del periodo del lock down mi scrisse.

Pensai che volesse chiedermi come stavo, considerando che per noi era ed è un momento molto difficile dove tutti i nostri eventi annullati a partire dai festival e Invece mi disse che se non sarebbe stata finita di pagare purtroppo non avremmo potuto pubblicizzare il suo nome e il suo volto. Io ovviamente molto elegantemente le risposi che c’era stato sicuramente un pochino di confusione oltre al non conoscersi bene, poiché non avrei pubblicizzato il suo nome e la sua faccia nemmeno se fosse stata lei a pagare me. Sorrisi per un’intera settimana pensando a quanto mi avesse scritto in un periodo di blocco totale. 

– Se potessi parlare con un grande del passato, chi e di cosa? 
Ce ne sono tanti, ma il primo che mi viene in mente adesso è Sergio Leone, dove gli ho parlato davvero.. Sono andata a fargli visita al cimitero diverso tempo fa a Pratica di Mare. Gli ho chiesto di darmi sempre segnali di coraggio e di guidarmi in  questo mondo di leoni dove  negli ultimi tempi non è facile. 

– Non Seguirmi, lungometraggio  appena presentato alla Festa del Cinema di Roma,  mi hai raccontato che al la del rapporto professionale con operatori e attori cos’è nato? 
Sul set formativo e produttivo di “Non Seguirmi ” indubbiamente, con la maggior parte del cast e altre figure tecniche, è nato un rapporto di stima e rispetto reciproco. Lo si evince nel sentirsi quando si può e ovviamente si parla sempre di altri progetti da realizzare che ne sono tanti. 

– Quanto conta vivere un set per un aspirante attore? E per un operatore? 
Per un aspirante attore conta tantissimo poiché è arrivare a realizzare un sogno e i sogni sono sempre un grande nutrimento per lo spirito della vera anima artistica. Gli operatori in realtà sono quasi sempre abituati, ma in fondo anche per loro è sempre una nuova esperienza, spesso stressante ma allo stesso tempo soddisfacente. 

– Cosa pensi delle scuole di recitazione in Italia?
Io da dirigente accademico nel settore cinematografico e dove quando posso mi rapporto con varie istituzioni scolastiche, nello specifico elementari e medie, credo che ci sia ancora molto da fare. Il cinema è terapeutico e sto combattendo per far sì che arrivi nelle scuole pubbliche partendo dall’asilo. È una mia missione. Dare una grande possibilità. I bambini necessitano di questo tipo di arte.. Li aiuta a formare sotto tanti punti di vista poiché sono delle spugne . Li allontana da situazioni pericolose come il bullismo, razzismo, depressione.

Ma soprattutto insegna il senso di squadra, del lavoro e di un obbiettivo futuro . È importante fin da piccoli che capiscano come arrivi a tavola un pranzo ed una cena. Imparare ad apprezzare. Ci sono cose infinite nel mondo del cinema e può essere di aiuto nell’inserimento della società. Un bambino che impara l’arte del cinema sarà un adulto che arricchirà il mondo. Attualmente le scuole di cinema sono tutte private come la mia e non tutti hanno questa possibilità. Sarebbe opportuno che ci fosse la possibilità per tutti da piccoli a prescindere da cosa faranno da grandi.

Ovviamente in Italia le scuole di cinema vengono frequentate tardi, molto spesso oltre i 20 anni. In America a 20 anni sei già troppo vecchio per iniziare. 

Grazie per aver dialogato con WL-Magazine

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EventiMusica

Domenica 22 Novembre: Max Forleo In diretta esclusiva per FaceBook dagli Studios M2F alle 21.00!

max forleo

Max Forleo presenta alcuni brani del prossimo album in anteprima e altre canzoni tratte da “Distanze”, “Philos” e “Alice a febbraio”.


È un disco quasi sempre solare e pieno di vibrazioni positive Alice a febbraio (Auditoria records), il nuovo disco di Max Forleo.
Si muove in ambito cantautorale passando dall’amore paterno (con una canzone dedicata al figlio sedicenne), a riflessioni sull’amore, e una visione del futuro piena di luce e bellezza

(ascoltare la stupenda ed emozionante “The greatest showman”, in territori Coldplay) e di sogni che oggi, domani, nel futuro che ci attende, si possono tutti realizzare.


 In diretta esclusiva per FaceBook dagli Studios M2F alle 21.00!

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IntervisteModaspettacolo

Anton Giulio Grande: la Moda come stile di vita.

anton giulio Grande

Incontro con Anton Giulio Grande, uno tra gli stilisti riconosciuto nel Mondo come ambasciatore dello stile Italiano e dell’alta Moda

Abbiamo fatto 10 domande allo Stilista e all’uomo, Anton Giulio Grande, per meglio conoscere i suoi quando,, dove e perchè..

Il tuo primo incontro con la moda?

1) Conservo dei ricordi molto fervidi e vivi fin dai primi anni della mia infanzia , provenendo da una famiglia matriarcale sono nato osservando abiti di mia madre , donna bella ed elegante e attenta meticolosamente a trasmetterci valori quali educazione e soprattutto bon ton e buone maniere , mentre da parte della famiglia di mio padre conservo un ricordo meraviglioso di mia nonna paterna china sul suo telaio, intenta nella sua arte di ricamo macrame ‘ completamente realizzato a mano attraverso tecniche inspiegabili, creava delle rose contenute dentro losanghe perfettamente assemblate tra loro che divenivano miracolosamente splendide coperte che terminavano con frangie annodate a mano , destinate al corredo di giovani spose .

Il tuo primo abito ?

2) I miei primi veri bozzetti di moda risalgono alle scuole medie , già allora segretamente acquistavo le riviste che riuscivo a trovare nelle edicole della provincia in cui vivevo e sognavo attraverso le cover e i reportage delle sfilate che ammiravo su quelle pagine patinate . Disegnavo moltissimo e l’unico approccio del tempo alla moda era la Tv con gli spettacoli del sabato sera e i settimanali di moda. Già al tempo le amiche mi chiedevano se disegnassi per loro abiti per i loro compleanni ecc … ne realizzai davvero tanti già a quell’età .

Quando hai capito che la moda sarebbe stata la tua vita?

3 ) Sono stati d’animo inspiegabili concretamente, sono delle vere e proprie tendenze che ti spingono da sole verso quel percorso che intraprendi rinunciando a tutto . È una passione che mi porto sempre dentro , fin dai miei primi anni di infanzia per il disegno in generale e in eta’ adolescenziale mirato verso il mondo della moda femminile . 

Per fare moda bisogna aver studiato?

4) Lo studio serve moltissimo , attualmente la creatività da sola non basta . La moda è un continuo evolversi e pertanto bisogna adeguarsi a ciò che il mondo che ti circonda richiede , anche se la conoscenza e lo studio del passato in qualunque settore o campo sono necessari per la comprensione e il miglioramento in primis di se se stessi , degli altri e della società . Conoscere e studiare oltre a renderci migliori direi che sono propedeutici e necessari, in quanto senza conoscere e studiare il passato non potrà esserci ne presente ne futuro e una società deve essere basata principalmente sulla sanità e sull’istruzione , un popolo che non è sano ne colto ne istruito è destinato al fallimento .

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

5) La maggior parte dei ricordi che ho del mio lavoro che poi è il mio mondo, la mia vita sono legati al sorriso. Sono una persona che ama e crede in ciò che fa e realizza indipendentemente dai  momenti storici che attraversiamo e pertanto amo ricordare solo quello di cui ho voglia e che susciti in me piacere e felicità nel ricordo . 

Vesti molte star, che rapporti si crea tra te e chi scegli di seguire?

6) Con la maggior parte di loro si è creato un vero e proprio rapporto di amicizia e stima reciproca, ogni rapporto è diverso l’uno dall’altro ma la cosa che accomuna è il desiderio di essere belle , di renderle belle ed essere  valorizzate con il mio abito. A volte sono stato io a scegliere un personaggio piuttosto che un altro per sfilate , eventi ecc.. molto spesso loro a scegliere me perché attraverso i miei abiti volevano comunicare glamour , sensualità , eleganza e soprattutto sicurezza di possedere un capo di alta moda unico e senza alcuna ripetizione .

Passando molto tempo insieme nel cercare la soluzione giusta , nel provare abiti e accessori si istaura un rappprto confidenziale ,di complicità che va oltre il lavoro fine a se stesso e si trasforma in vera amicizia, molte di loro sono diventate parte della mia vita e sfera personale oltre ad aver segnato il mio percorso lavorativo . Sono molto legato a tantissime splendide donne dello spettacolo che ho accompagnato , vestendole in momenti importanti della loro vita e carriera e le stesse hanno accompagnato anche me .

Se potessi parlare con un’icona del passato della moda, con ti piacerebbe parlare e di cosa?

7) Con un’icona della moda sicuramente.. con Madame  Gabrielle Chanel detta Coco’… una vera e propria antesignana , rivoluzionaria e progressista non solo nella moda ma anche del sociale per quell’epoca . Non fu facile per lei imporsi e imporre le sue idee rivoluzionarie e moderne in quei tempi in cui le donne oltre a non lavorare indossavano ancora sottogonne , crinoline e bustier scomodi e steccati . La sua fu una vita dedicata alla moda e all’amore spesso non ricambiato e incompreso . Una donna dalla fortissima personalità e trasgressiva creatività , che seppe creare e anticipare le mode ascoltando e prevedendo le esigenze delle donne abbattendo luoghi comuni e noiosamente desueti , e andando contro  tutto e tutti pregiudizi e stati memtali tradizionalisticamente radicati.

Un esempio di grande modernità e ribellione , una vera icona per le donne libere e non solo libere dagli stereotipi della moda . Chanel per me non è solo un’icona di moda , ma un esempio di donna e stile che seppe anticipare non solo tendenza ma status sociali e cambio di mentalità . Attualmente secondo me si conosce molto poco Il lavoro immenso di questa donna e la sua vita privata , spesso associandola al lusso di qualche borsa e tailleur di boucle’, banalizzata irrimediabilmente da una società attualmente ignorante . Mi piacerebbe dialogare con lei sulla sua idea di sdoganamento della moda del ruolo delle donne , sarebbe una vera e propria lezione di stile in un periodo come quello attuale di cui si sente fortemente la mancanza sia di stile che di vero senso estetico e della libertà spesso e volentieri scambiato per altro.

Cos’è per te la moda?

8) Una scelta di vita , un percorso che ogni giorno instancabilmente mi emoziona e mi ispira nelle scelte non solo lavorative ma soprattutto personali . È la mia vita, una vita che ho sognato prima, desiderato ,e realizzato poi.. un percorso quotidiano ,ricco di emozioni e stati d’animo tra i più disparati , mai costanti ne noiosi,  è come un viaggio verso mete sconosciute , un’avventura straordinaria dove , nonostante gli anni che incalzano scopro personaggi, interpreti ,  paesaggi , modi di approcciarmi alla vita sempre nuovi , un copione che non si ripete nonostante la matrice ad animare tutto è sempre la medesima : la passione !

Com’è cambiata la moda negli ultimi 10 anni?

9) La moda ,in quanto tale è giusto che cambi anche in modo repentino e spesso senza neanche accorgersi  del suo  mutare  così repentino . Sta cambiando velocemente e il distacco a parer mio non è  più netto e segnato come un tempo dove assistevamo ai fenomeni  cosiddetti decennali rimasti nel nostro vocabolario non solo modaiolo(anni 70, anni 80, anni 90 ecc…)dove le epoche erano segnate da eventi storici , politici , culturali , sociali .  A causa del Covid 19 , secondo me, molte abitudini e tendenze hanno subito un percorso accelerativo, in questo caso è la moda che cambia , si evolve e si adatta agli eventi circostanti . Sono cambiate tantissime cose e non parlo solamente e in modo riduttivo di cambiamenti di look o tendenze ma proprio nel modus operandi di fare acquisti , nascita di nuovi marchi, brand che stanno sempre più soprassediando la figura storica del fashion designer , del couturier tradizionale dettatore di stile , figura carismatica con carica quasi dittatoriale in campo di tendenza . Molte storiche maison hanno rivoluzionato il loro archivio , utilizzando e proponendo prodotti rivolti ad un pubblico sempre più giovane che spesso e volentieri nulla ha a che fare con il background e la storia dello stilista che faceva capo alla maison di riferimento, una sorta di riesumazione solo del nome dello stilista spesso omettendo proprio il nome di battesimo dello stesso stilista e utilizzando solo il cognome così impersonale e trasformando tutto in un brand spesso commerciale adatto ad acquisti e-commerce . La moda sempre più rivolta verso brand commerciali che prende il posto a figure artistiche dei veri creatori di moda , questo in sintesi il vero cambiamento da me avvertito. Insieme a questo si sta perdendo il valore emozionale di provare gli abiti nelle sartorie , nelle boutique , il valore che si dava ad un lavoro realizzato a mano con una figura esperta che ne tesseva lodi e caratteristiche impiegate nella lavorazione e costruzione del capo stesso. C’era più attenzione e più rispetto e soprattutto il momento dell’acquisto è ahimè cambiato … peccato perché era un’esperienza unica e spesso terapeutica!

Perchè oggi non esistono più le top come negli anni 80/90?

Sono cambiate le epoche e le dinamiche , le top 30 anni fa erano notissime anche ai non addetti ai lavori , erano autentiche star come le attrici , spesso venivano utilizzate per gli abiti di punta delle collezioni ma va detto che molto spesso la concentrazione e l’attenzione non era sugli abiti ma su le varie Cindy , Claudia , Helena , Carla , Yasmin , Nadia ecc …

questo fenomeno si è andato affievolendosi gradualmente e il mestiere della modella è diventato qualcosa di molto più accessibile e svariato , nel senso che ci sono diverse tipologie di modelle ( chi adatta per intimo , chi per alta moda , chi per sfilate chi per foto ecc … utilizzando terminologie e appellativi quali: modella fashion , commerciale ecc) . Attualmente il mestiere di una modella dura molto meno rispetto agli anni passati proprio perché c’è esigenza e necessità di cambiamento di stile e i prototipi di bellezza sono molto più svariati e soggettivi rispetto alla bellezza classica degli anni ‘80 e ‘90 e soprattutto il numero delle modelle è molto più alto rispetto a quegli anni dove una modella era top per ogni lavoro . Le agenzie di modelle propongono svariate proposte e di diverse tipologie .. ammattiamo pure che attualmente è molto più semplice e meno elitario fare questo mestiere

Grazie per esserti raccontato a WL-MAGAZINE

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