Con i mesi di Novembre e Dicembre, lo Spazio San Vidal aprirà le proprie soglie per ospitare due esperienze espositive complementari: “I’LL BE YOUR MIRROR” e “SEME” .

Gli artisti hanno modo, quindi, di manifestare se stessi, attraverso espressioni d’autore dirette e altresì riflessive; esse parlano, in entrambi i casi, del rapporto dell’essere umano più immediato e intimo… quello, quindi, con il proprio io, e, medesimamente, con ciò che quest’ultimo addiviene, interagendo con la realtà che lo circonda e, in particolar modo, con il mutevole potenziale della Natura.
Lo faranno con linguaggi differenti, che, però, si integrano nel medesimo idioma: l’arte diviene, quindi, alfabeto speculativo personale, corale o riservato.
Le mostre saranno curate dalla sinergia nata tra Christian Palazzo con l’editor Alessio Musella e la poetessa e curatrice Maria Marchese.



Christian Palazzo accoglierà, allora, gli interpreti, nella propria dimora… e che dimora!
Le pareti di SPAZIO SV – CENTRO ESPOSITIVO SAN VIDAL profumano dei fermenti intellettuali degli anni ’40.

Il Maestro Felice Carena fu il primo presidente del “Cenacolo San Vidal” : nel 1949 si espresse, nella chiesa (non aperta al culto) , denominata “Galleria San Vidal” , la prima importante mostra d’arte e artigianato liturgico.
La parola “cenacolo” ritrova, in questo senso, il proprio spessore esperienziale di convivio: in esso, intellettuali o artisti ammanniscono varie manifestazioni di un “credo” comune.
“Centro d’Arte San Vidal” nasce, invece, negli anni Sessanta, per mano dell’illustre critico d’arte e giornalista del «Gazzettino» Paolo Rizzi e del pittore Maestro Ernani Costantini.
Quelle pareti hanno ospitato florilegi interpretativi di autori del calibro di Felice Carena, Virgilio Guidi, Bruno Saetti, Saverio Rampin, Tancredi Parmeggiani, Giorgio De Chirico, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Massimo Campigli, Felice Casorati, Marco Novati, Marzio Banfi, Neno Mori, Giampaolo Domestici, Francesco Valma, Miro Romagna, Carlo Dalla Zorza, Remo Brindisi, Georg Rouault, Pietro Annigoni, e tanti altri artisti di fama nazionale e internazionale.
Negli anni ’90 il Centro ha cambiato location e, dalla Chiesa di San Vidal, si è trasferito nella ex Scoletta di San Zaccaria.
Arti e Mestieri d’un tempo impregnano i confini di questo nuovo spazio, maturando, però, inespresse indagini conoscitive.
Dal 2018 in poi, con l’avvento della nuova direzione, si sono apportati lavori fondamentali di rinnovamento, che hanno reso quel “templum” più attuale e fruibile, valorizzando, invero, la memoria storica concreta.
Proprio durante questo anno, la parte organizzativa viene affidata a Christian Palazzo. Esperto di fotografia e di arti visive, nel passato aveva un’unica certezza: il mondo dell’arte rappresentava la sfera evolutiva in cui sentiva la necessità di esperirsi e crescere.
Cambia, in realtà, lo sguardo rivolto nei confronti della sua figura; via via matura un ruolo, che lo vede cambiare totalmente la veste… così, si spoglia dell’abito dell’esteta, per appropriarsi di quello del “art planning developer” .
Con occhio lungimirante e cangiante, sceglie, accuratamente, tematiche, autori, dettagli grafici e spaziali, accogliendo, con centellinata ricercatezza, ogni singolo evento, dal workshop alla presentazione letteraria, dall’esposizione ai dibattiti.



Un progetto che si sta distinguendo, nato proprio a cavallo tra il 2021 e il 2022, è “NEBULAE” : si concretizzerà in una ricercata edizione cartacea, che verrà consegnata a biblioteche, musei e fondazioni, in cui è possibile trovare molteplici volti del panorama artistico nazionale e internazionale e i loro riferimenti.
Sarà, quindi, uno strumento utile e efficace per gli addetti ai lavori e per gli artisti, offrendo uno scelto spaccato divulgativo.
Un calendario, quello dello Spazio San Vidal, ricco di eventi, che si susseguono; le mostre hanno un’identità propria e policroma, coinvolgendo scambi interpretativi interessanti e peculiari “Orizzonti Trasversali” . “IL MONDO INVISIBLE” , “CAMERA CHIARA” e “MISCELLANEA” hanno messo in dialogo il pubblico con gli universi dell’astrattismo, della fotografia e del Carnevale, fornendo poliglotte chiavi di accesso a inusuali e alternativi portali artistici.


Un ennesimo “stargate” solleticherà immaginario e attenzione, nel mese di Aprile: “JEUX D’AMOUR” di Pietro Beretta rapirà, allora, il senso, fascinandolo addentro il complesso viaggio, compiuto, dal protagonista, con la scomparsa compagna e Musa Annagret Engelberger.



Questo simbiotico rapporto si traduce in istanti compositivi e plastici, episodi di una narrazione, diadica, universale e sociale, liquefatta indi in preziose custodie lignee di vini, in estatiche sedute… alla ricerca dell’obliato e sincero volto, fermo, tra le concrete trame di quella liturgia complice.