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Musica

Debora Pagano, dal singolo “ORA PAGA” al probabile titolo dell’album “deb ORA PAGA no”: “penso che raccontarsi sia un modo di scoprirsi gradualmente”, intervista a cura di Numa Echos per Rechos Records & Promotion.

Debora Pagano
Debora Pagano

Poliedrica artista, Musicista, cantautrice, illustratrice fa dell’arte il principale mezzo di comunicazione.

Conosciamo meglio Debora, lasciando che sia lei a raccontarsi rispondendo alle mie domande:

Come si può evincere dalla tua biografia ti relazioni a discipline molto diverse tra loro.

Qual’e’ l’elemento fondamentale che costituisce Il collegamento tra loro?

Penso che il collegamento sia sempre esprimere una parte di me, che sia figurativa o a parole, deve sempre esprimere un concetto o un mio modo di vedere le cose, che sia scultura, pittura, disegno o musica per me è un bisogno.

A volte è più facile trovare le parole giuste per descrivere qualcosa di specifico, mentre altre volte è più semplice racchiudere tutto in un’immagine che possa lasciare anche il dubbio nell’interpretazione o nel rispecchiarsi per l’osservatore creando nuovi punti di vista.

Le tue competenze inerenti al diritto d’autore e alla proprietà intellettuale sono sicuramente vantaggiose ma e’ raro che un artista se ne occupi personalmente. Come gestisci il rapporto tra l’aspetto creativo e quello burocratico?

Questo è molto complesso in effetti… probabilmente è una contraddizione che esiste in me da sempre: l’aspetto totalmente rigoroso e schematico in contrapposizione alla parte creativa e spesso non controllata.

Ho scelto di essere informata e preparata nell’ambito della proprietà intellettuale e del diritto d’autore proprio perché avendo molte sfaccettature e muovendomi in più settori dovevo tutelarmi, specialmente poiché tutto quello che “produco” è frutto della mia stessa capacità intellettiva e della mia creatività.

Ho visto molti artisti perdersi in un bicchiere d’acqua per non aver mai letto un contratto da loro firmato o per non avere chiare le dinamiche intorno ai diritti che a loro stessi spettano, e onestamente non volevo ritrovarmi in quelle stesse dinamiche, anzi ho intrapreso questi studi proprio per imparare a tutelare me e chiunque voglia una chiave di lettura nel settore.

Quindi in conclusione posso solo dire che l’aspetto creativo è inconcludente se non correttamente tutelato o se esso stesso non porta vantaggi al suo creatore ( oltre la soddisfazione personale nella realizzazione ), ecco perché subito dopo la creatività e davanti all’ “opera” conclusa mi pongo delle domande: come posso tutelarla e tutelarmi? come posso far fruire un pubblico trovando il miglior compromesso per tutti? Può rimanere fine a se stessa?

E quindi qui per forza di cose devono confluire entrambi gli aspetti e sostenersi a vicenda.

Quale ambito ti permette di esprimerti maggiormente a livello intimistico e perché?

Forse l’aspetto più figurativo ed illustrativo, o comunque tutto ciò che è immagine e video, le parole, specialmente se si canta o si scrive in lingua italiana, non sono facilmente confondibili, anzi, sono precise e dirette.

L’ immagine o il montaggio di video e gli stessi effetti ad oggi esistenti per creare mondi visivi possono camuffare più facilmente pensieri scomodi o essere esteticamente “belli” e creare fumo negli occhi per visioni più superficiali, allo stesso tempo invece per chi sa guardare bene ed è intenzionato a farlo possono fornire dettagli vividi di un pensiero.

Con le parole questo non è possibile, non so girarci intorno, e quindi sicuramente l’immagine mi aiuta ad esprimere anche i lati più intimistici e i tabù che ad alta voce farebbero troppo rumore.

Come affronti la competizione e il desiderio di primato che aleggiano tra i giovani artisti a discapito del progresso verso un obiettivo comune?

Devo essere totalmente onesta e dire che la competizione o il desiderio di primato non sfiorano mai i miei pensieri, non per presunzione, ma perché oggettivamente non ci penso.

Credo ci sia spazio per tutti ( o meglio, per tutti quelli che hanno qualcosa da dire ) e che gli obiettivi comuni spesso siano un’utopia.

Tutto ciò che cerca di raggruppare persone affini finisce per diventare un sistema di smistamento con etichette automatiche applicate all’arte che a quel punto è solo “prodotto” così come gli artisti, e questo non mi piace.

Risulta indubbiamente scoraggiante crearsi uno spazio nell’ambiente di oggi e vedere meteore in ambito musicale che in un giorno raggiungono quello che si ambisce a raggiungere da anni, ma allo stesso tempo penso che ci sia un tempo e un luogo per tutto e per tutti e che la competizione ( se non quella sana e dettata dalla stima verso chi ha già raggiunto certi obiettivi ) sia anacronistica. Gli obiettivi comuni temo siano falsi miti al giorno d’oggi.

Hai pubblicato parecchi singoli nel corso degli anni e ti sei occupata di quasi tutto: composizione delle musiche e scrittura dei testi, realizzazione delle grafiche, montaggio dei video etc. Quale direzione stai seguendo e quale obiettivo finale ti sei posta?

La direzione è sempre quella di creare qualsiasi cosa possibile ed esprimermi in tutti gli ambiti rimanendo sempre fedele a me stessa, ai miei valori e a quello che spero di comunicare.

Posso quindi dire che la direzione è esprimere me stessa ma sperando sempre di toccare il cuore o il pensiero del pubblico e avere un riscontro ed una condivisione, ma spesso i mezzi non sono gli stessi per tutti, c’è chi può guidare una Ferrari e fare molti chilometri in pochi minuti e chi ha una semplice utilitaria e dovrà impiegare più tempo per raggiungere la stessa meta.

Uno dei miei sogni nel cassetto se possiamo definirlo “obiettivo” è Sanremo, la televisione e l’ambito dello spettacolo in generale, nel bene e nel male.

Ma l’obiettivo più grande sarebbe quello di riuscire a realizzare concretamente un album che rispecchi le mie aspettative e portarlo in tour, con un reale team di lavoro e un ambiente sano di persone che davvero hanno voglia di fare musica e divulgarla.

Quali sono le tue priorità artistiche in questo momento?

Indubbiamente farmi conoscere in tutte le mie sfaccettature da un pubblico più ampio possibile, concludere un libro al quale lavoro da anni, e come nella domanda precedente pubblicare il mio primo album effettivo.

Le priorità possono cambiare da un giorno all’altro, dipende sempre da chi hai intorno e da come vuoi vivere la tua vita, indubbiamente la mia priorità assoluta sarebbe quella di vivere esclusivamente della mia arte e delle mie competenze senza scendere a compromessi ( ma purtroppo tutti dobbiamo pagare l’affitto, no? ).

Il tuo recente singolo “Ora Paga” è, come da te specificato, un brano autoreferenziale.

L’autoreferenzialita’ e’ una peculiarità di tutte le tue creazioni? Non pensi che raccontarsi, a volte, possa rendere l’artista più vulnerabile dinanzi al nemico?

Assolutamente si, è una peculiarità di tutto quello che faccio. Difatti deriva dal mio stesso nome “deb ORA PAGA no” e vorrei fosse proprio questo il titolo del mio album, non c’è identità migliore del mio stesso nome per descrivere me o quanto desidero esprimere. Indubbiamente penso che raccontarsi sia un modo di scoprirsi gradualmente, ma se non si ha nulla di brutto da nascondere perché bisognerebbe risultare vulnerabili?

Tutti abbiamo pregi e difetti ma il confine tra amici e nemici è molto sottile nell’ambito artistico e ancor di più in quello strettamente musicale e discografico.

Credo che chi voglia esserti “nemico” trovi qualsiasi sfumatura alla quale potersi attaccare per creare problemi, mentre chi vorrà esserti “amico” cercherà sempre di giustificare quelle stesse sfumature, quindi credo sia sempre una carta vincente non fingere e mostrarsi per quello che si è piuttosto che vivere una bugia che prima o poi ci peserà troppo ricordare.

All’interno del singolo in questione è presente la voce del cantautore e musicista Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi. Com’è nata l’idea di impreziosire questo brano con il parlato dell’artista che si muove all’interno della canzone come un pensiero?

Questa canzone nasce almeno nel 2018 o 2019, è talmente datata nella scrittura che non ricordo esattamente quando ha preso la forma definitiva, ma è nata già con la voce di Morgan al suo interno

poiché quelle stesse frasi pronunciate da lui in alcuni audio che mi aveva inviato precedentemente ne avevano ispirato la scrittura.

Il concetto parte infatti dalla frase pronunciata da lui ad inizio canzone ( e poi in ‘reverse’ ) “In girum imus nocte et consumimur igni” che sarebbe un palindromo in lingua latina di origine poco definita che significa “giriamo in tondo nella notte e veniamo consumati dal fuoco”, e proprio questa idea mi attraeva e su questa frase ho basato l’intero senso della canzone.

In particolare sul concetto delle falene come animali notturni che vengono attratti dalla luce ma spesso ne

muoiono per essersi avvicinate, ed ecco perché “ora paga” forse è un po’ il risultato della ricerca

spasmodica del successo o semplicemente la consapevolezza e diretta conseguenza delle proprie scelte,

qui consiglierei di ascoltare il brano per avere una propria idea in merito, probabilmente è un monito.

Stai lavorando a nuovi brani o hai altri progetti imminenti?

Sempre lavoro a qualcosa, molto altro è già pronto in attesa di collocazione, altri brani invecchiano e

perdono senso in attesa di trovare la propria strada.

Sto lavorando a nuove canzoni e restaurando vecchi lavori in sospeso, ma resteranno in cassa integrazione finché non avranno lo spazio che meritano, vorrei fossero ben contestualizzati in un album o comunque che avessero la giusta risonanza, fino a quel momento resteranno tra me e me, ma spero vivamente che sia un’attesa minima e possano essere ascoltati quanto prima.

Forse sto aspettando la giusta proposta discografica proprio per conciliare i miei diritti e quelli dei miei

brani, sarebbe ingiusto metterli in circolo senza la possibilità di raggiungere più pubblico possibile, credo che non ci sia bisogno essere ipocriti in questo caso, nessun cantautore fa canzoni per poi non farle ascoltare.

Sito Ufficiale: www.deborapagano.it

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Tags : Debora Pagano

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