Sono passati tre anni e ancora non hai capito il testo che ti ho scritto in faccia, sul palco, che tutta Italia ha imparato a memoria, forse perché scrivere una canzone sul momento per dire delle cose a chi ti sta bullizzando, per dire in sentimento di indignazione senza insulti o violenza verbale ma con la semplice urgenza di denunciare pubblicamente gli abusi di una persona supportata da una squadra di accaniti mobbers protetto da un intero sistema marcio e arrogante, cantando ma dicendo qualcosa di vero in mezzo a finzione e noiosissima spazzatura preconfezionata, è qualcosa di interessante.
Sennò non si sarebbe incollata mezza Italia al televisore all’una di notte.
Otto versi che ti hanno fatto scappare, quando se fossi stato in grado avresti potuto rispondere, avevi la possibilità di farlo ma non sei capace, una volta che sei sul palco senza i tuoi suggeritori te la fai sotto.
Io ti ho voluto redarguire per la tua “brutta figura di ieri sera”, quando hai commesso un grave errore sia umano che artistico, cioè hai fatto il gradasso sulla cover di Endrigo cantando dove non dovevi e assaltando il palco in modo prepotente e volgare per fare la primadonna perché i tuoi manager ti hanno imposto di prevaricarmi e tu come un burattino hai eseguito non capendo che la stavi facendo grossa, la cazzata ennesima.
Io sto sui palchi con artisti che sono dei giganti come Celentano, Fossati, Renato Zero, De Gregori, Ranieri, e imparo da loro molto umilmente, improvviso in diretta televisiva davanti a milioni di telespettatori e non mi permetto, non mi azzardo a voler fare lo sbruffone e sorpassare in scena l’artista con cui ho un rapporto di grande stima e di rispetto.
Tu non solo non sei in grado di competere tecnicamente, ma sei proprio umanamente scadente e te la fai sotto dopo che hai fatto il vandalo, pure vigliacco.
Non sei solo un cantautore che non scrive lui le sue cose, non sei manco un uomo di spettacolo ma perché te la sei giocata malissimo, tu e i tuoi aizzatori.
Una volta avuta in mano la bizzarra mia trovata che ti ha messo sotto tutti i riflettori (cosa che io non cercavo, io volevo dirtene quattro in faccia), tu manco hai capito che era una genialata e non la hai nemmeno saputa vivere artisticamente, ti sei messo nella condizione squallida di denunciarmi, di chiedermi dei soldi e di impedire di ricevere un solo euro persino dalle vendite del disco, che è uscito come duetto e porta pure il mio nome.
Tu l’hai buttata sul denaro. Che livello basso.
Che livello basso.
Non hai capito l’ironia, hai continuato a bullizzare e continui a farlo dicendo minchiate e sputando su uno che ti ha fatto veramente il più grande regalo della tua vita.
Del resto quando io ricevevo le targhe Tenco per i miei album tu scrivevi: “ho messo un piede sulla merda”.
Quando io scrivevo, producevo e cantavo con la mia band Bluvertigo e vincevo MTV awards tu scrivevi : « io mi rompo i coglioni ».
Chi è il cantautore?
Io sono molte altre cose, negli ultimi dieci anni, oltre ad averti scritto una canzone in faccia come si fa un caffè espresso, ho scritto 4 libri, fatto due colonne sonore per teatro, pubblicato 5 album di cui uno di musica classica e uno di musica sperimentale elettronica, ho fatto un romanzo sinfonico di 5 ore e 22 minuti che ho realizzato in toto, ed è la mia più bella opera musicale.
Ho fatto più di cento arrangiamenti per le canzoni assegnate ai talent grazie alle quali hanno vinto Mengoni, Noemi, Bravi, Galiazzo, Maggio, Becucci, motivo per cui sono entrato nel Guinness Dei Primati come miglior giudice di Xfactor al mondo. Bugo, dammi retta: fatti due risate e ringrazia il cielo sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro.
Crediti foto Chiara Kia Candiago e Renata Roattino
Poesia scritta da Morgan
La musica è consonazione,
sonitudine tonabile
timbralmente accordatica
quand’anche dissonata
non c’è il disarrangiar stempando
né il cacofonismo subdisfonico.
In un mondo acusticato e non enarmonicibile
un disinvolubile sinusitante zittimento
s’assola, inudizzato il melodiatico acutarsi,
noi, nell’atonatico di una vita astrumentata,
se sinfonizzassimo clusterità assoneremmo,
perciò eufonizziamo al cromatistico bequadrico vocalismo
che per scompositorio notamento tempizza musicativo
questo cablamento eseguitorio,
parolizzando solo la scrittudine,
mentre sentore d’assentante sentificabilmente
sentiva un’inventabile canzonità di inventamento al sé tra dentro il vento
avendosi avventato svolto e svelto
v’ ha svelato e va a rintocco rincasando din don dando canticando a casualente
Dante non essendo a casa suabilmente
vandovanti invanto va dove val anvante e rallentando
mai non sia per caritar siae che, sai,
non s’hai che cosi sia a comando chiunque qualunquendo
via io va dov’io mi son sia suo che sia,
chissà siccom’è m’ha fintanto ch’è fintonto
il ton d’un tolto tam l’andante mal andando
ma m’han dondolando l’ora donde il dan dannando dato in toto,
a mo’ di danno, lor non sann che se nonostan dolor
è tan sono stante e indolorante al dirittura a dir si dura
che riman goal a sgolando al cor,
ma l’an lo godo abbandonando lor ch’allor ghost’ann d’agosto
al quando al quando il bon dottor son-ando.
Morgan
Articolo uscito in collaborazione con Rechos Records & Promotion/ Numa Echos.