In occasione della manifestazione fiorentina Taste, la Fattoria Lavacchio Bio-Winery ha lanciato il suo primo prodotto della lista fuori vini, a parte le grappe, un Vermouth agricolo, biologico a base Chardonnay, prodotto artigianalmente con le botaniche ed erbe spontanee del terreno aziendale, raccolte a mano. Bouquet!
È un lavoro a sei mani, tutto al femminile come racconta bene l’etichetta disegnata da Massimo Innocenti: Faye Lottero, vignaiola e mente del progetto, da dieci anni aveva questo sogno, finché l’ultima vinificazione del bianco della casa, Pashar, non la convince perché non è riconoscibile: è l’occasione giusta per sperimentare.



Mara Fiesolani, botanica, ricercatrice, ha selezionato le erbe spontanee della tenuta mentre Priscilla Occhipinti, della Distilleria Nannoni si è occupata del processo di distillazione per il quale la Fattoria Lavacchio non è attrezzata. Il risultato è un colore più scuro dei Vermouth tradizionali ed è una scommessa per una leggerezza che lo rende popolare e consente anche a chi non conosce o non ama il Vermouth di avvicinarsi; versatile può essere consumato non solo come aperitivo ma durante il pasto ad esempio con formaggi impegnativi, quasi alla stregua di un vino liquoroso.



Nondimeno è un Vermouth a tutti gli effetti con 10 erbe e la prevalenza di Arthemisia, che dev’essere impiegata in una proporzione di almeno il 40%, e la gradazione alcolica di 21 gradi. Idea è però di rompere lo schema tradizionale e di aprirsi al mondo ‘alcolico’ al di là del vino venendo incontro alla nuova domanda che chiede esperienze gustative originali, insolite, che sposino anche il gusto ludico nel bere ma il rigore della toscanità nella produzione e nel metodo biologico.
Una tendenza che ha dato un grande impulso al bere miscelato portando ad esempio la Regione ad una produzione variegata di gin fino forse a saturare il mercato.
Certamente bisognerà stare attenti a non rincorrere le mode e a rendersi riconoscibili, come in questo caso, nella propria filosofia.
Giada Luni