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-2 Luglio- Alpemare Forte dei Marmi ospita “Un’Estate Eccellente” la stilista Angela Bellomo presenta la sua nuova collezione.

Angela Bellomo

il 2 luglio a Forte dei Marmi nella meravigliosa cornice del “Bagno Alpemare” organizzato da “Il Salotto di Milano” e presentato da Jo Squillo , Angela Bellomo farà sfilare la sua nuova collezione ispirata al total color .

Prima di aprire il suo Atelier la stilista ha dedicato tutta la sua vita all’alta moda sartoriale rivestendo il ruolo di stylist e direttrice creativa per griffe di fama mondiale.

Angela Bellomo è diventata oggi un eccellenza nel panorama dell’haute couture sartoriale grazie alla ricercatezza e lo stile senza tempo che contraddistinguono da sempre le sue collezioni rigorosamente Made in Italy.

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Gabriella Chiarappa, Fashion Manager

Gabriella Chiarappa

Gabriella Chiarappa , fashion manager, presentatrice, giornalista, brand ambassador e creatrice  Le Salon de la mode.

Lasciamo volentieri che sia lei a raccontarsi rispondendo alle nostre domande.

Primo incontro con la moda? 

Sinceramente penso da bambina, pur appartenendo ad una famiglia umile, mia nonna era una grande sarta lavorava per grandi Maison, bravissima, nella cura dei dettagli era maniacale. Poi nel lavoro è stato un caso anche se in realtà credo che era scritto in una pergamena segreta. La verità è che le cose accadono quando le desideri realmente ma con rispetto e non con pretesa. Sono stata catapultata in un’Accademia di moda e poi un’evoluzione…ed oggi sono qui a parlarne.

Il talento nel mondo delle passerelle conta più dello studio?

Il talento è un elemento rilevante dopo questo però c’è la preparazione e la disciplina, di certo, nel momento in cui si scopre che il proprio futuro è questo è importante iniziare a studiare.

Per parlare di moda è necessario averla vissuta? Studiata?

Viverla è importante come è importante ascoltare i racconti di chi ha avuto la fortuna di lavorare con i grandi della moda, studiarla direi proprio di si. Quindi un mix di tutto questo per parlarne con attendibilità

Quando hai iniziato a trasformare la tua passione per la moda in lavoro?

Quando ho conosciuto il grande manager del luxury Stefano Rocca: i suoi racconti, la sua competenza, la sua professionalità e la sua tenacia mi hanno talmente affascinato da convincermi ad abbandonare dopo poco tempo il mio ruolo dirigenziale in Accademia.

In contemporanea ho pensato “Voglio creare una mia organizzazione.

Un’organizzazione che è nata nel 2014 con Le Salon de la Mode, la quale promuove il Made in Italy in Italia e nel mondo, ed è in grande ascesa.

Che differenza c’è di percezione tra la moda vissuta al Sud e al Nord?

L’Italia è un Paese meraviglioso perché vario, si tende quindi a seguire le tendenze e gli insegnamenti mutevoli di una moda in continuo cambiamento. Le differenze tra nord e sud non sono una novità, sono dovute alle differenze culturali

Perché non esistono più le TOP?

Semplicemente perché il mondo è cambiato, sono cambiati i canoni estetici del fashion system, le nuove testimonial di bellezza sono molto più raggiungibili, come le attrici, le cantanti top, le influencer. Senza alcun dubbio le top model degli anni ’90 hanno lasciato un segno indelebile nella società e non solo nella moda.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Un ricordo da bambina, che mi riporta il sorriso e di quando cantavo con il mio papà, ho sempre amato cantare, era divertente farlo con il mio babbo che suonava la chitarra, facevo dei mini concerti in family.  In seguito ho studiato canto jazz e devo dire che mi manca molto la musica, anche se ho portato avanti l’altra mia passione la conduzione tv e il giornalismo.  

Quanto contano i social oggi nel mondo della moda?

Molto, credo che la rivoluzione dei Social Media nella Fashion Industry, sia diventato un vero vantaggio competitivo per le aziende. Instagram è sicuramente uno dei canali pubblicitari più utilizzati dalle aziende di moda per raggiungere il proprio target, perché gli instagrammer fashion-addicted sono tra i più assidui utilizzatori di questo social media.

Che cosa è per te la moda?

La moda è un’arte ed è sempre stata innata in me. L’arte attraverso la quale è possibile esprimere se stessi, il proprio umore, le proprie sensazioni, il proprio ego, credo che la moda sia un modo per poter esprimere la propria personalità. La moda mi diverte: la vedo e la vivo, amo il suo essere, piena di tradizione e novità, perfetta per chi ama sorprendere e sorprendersi.

In sintesi il mio mondo, fatto di alti e bassi e pieno di sorprese

Chiaramente se si parla del mio lavoro potrei scriverti un libro.

Se potessi andare indietro nel tempo, con quale personaggio ti piacerebbe interagire e perché?

Se potessi fare un salto nel passato, con la macchina del tempo, incontrerei ed intervisterei Audrey Hepburn, la sua eleganza discreta e il suo stile impeccabile, mi hanno affascinato sin da piccola.

Una donna elegante e sofisticata, maestra nel creare outfit semplici che non hanno tempo né età.    

Cosa pensi dell’editoria di settore?

Negli ultimi dieci anni c’è stata una grande rivoluzione, se una volta il pubbliredazionale era ben individuabile all’interno del giornale, ora non lo è più.  

Ci sono tremila esempi di cambiamenti che potrei fare, come il potenziamento delle riviste web.

Poi i blog sono diventati “lifestyle magazine” e i blogger stessi – quelli sopravvissuti all’implacabile selezione naturale – “influencer”, in un vorticoso ridefinirsi dei ruoli tuttora in mutamento.

L’anoressia spesso è stata associata al mondo della moda, qualcosa è cambiato oggi?

il mondo della moda rispetto al passato si è sensibilizzato fortemente sotto questo punto di vista. L’ambiente dell’“Haute Couture” ha cominciato a porsi qualche interrogativo sull’impatto che i modelli proposti potevano avere verso i più giovani. Per contrastare questa tendenza si è rivelato particolarmente utile l’outing di alcune modelle e modelli famosi, che hanno rivelato la loro lotta contro l’anoressia.

Cosa pensi del fenomeno “Curvy”?

Il mio pensiero a riguardo è decisamente positivo, sono sempre stata convinta che la moda fosse di tutti e che fosse profondamente sbagliato relegare le creazioni solo taglia 40 o 42.

Nel mondo ci sono donne meravigliose e ogni donna ha il diritto di essere rappresentata dalla moda e non esserne esclusa. Ricordo inoltre che ci sono aziende di moda che da anni indirizzano i loro prodotti a donne curvy come: (Marina Rinaldi, Elena Mirò) e, proprio qui in Italia, esistono agenzie di moda completamente dedicata alle donne curvy.

Grazie per il tempo a noi dedicato

Intervista in collaborazione con Alessandra Giulivo Presidente della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer

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Moda: Intervista a Cheren Hesse Surfaro, Il Viaggio è nella testa

Cheren Hesse Surfaro

25 anni reggina di nascita, nella sua ultima collezione  “BaRock”, ha miscelato  abiti settecenteschi con il  Glam Rock.

La sua passione per la moda è nata grazie all’incontro con la musica che è la sua ispirazione,  il leitmotiv delle sue creazioni

Primo incontro con la moda ?

Il mio primo incontro con la moda è avvenuto circa dieci anni fa quando mi sono avvicinata al panorama musicale Punk, quello di vecchia scuola anni 90. Mi hanno attratto i colori sgargianti e la linea ribelle degli abiti che indossavano i performer del tempo.

Il talento nella mondo delle passerelle conta più dello studio?

Mi piace rispondere a questa domanda con un mio motto: “La creativtà è l’arte del sapere.”

Col talento e la predisposizione ci si può nascere ma lo studio amplifica gli orizzonti.

Per parlare di moda è necessario averla vissuta? Studiata?

Non per forza, basta anche seguirla bene. Un abito o una collezione stessa, se ben osservata, può essere sia vissuta che studiata.

Da dove prendi ispirazione per le tue creazioni?

La musica assolutamente. Mi ha dato modo di capire come, nel corso degli anni, ha fatto sì che camminasse a braccetto con la “sorella” Moda e creare un unico legame iconografico chiamato stile.

Perché non esistono più le TOP ?

Penso che questo “annullamento” derivi dal fattore di ricerca. Oggi gli stilisti cercano più l’attitudine ed il  carattere che la bellezza oggettiva di una modella, forse per questo ci sono più model e meno Top.

 Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Risale al mio post laurea con la specialistica da intraprendere, quando una sera, mi trovai ad interloquire, al riguardo, con il mio manichino. Lascio a voi immaginare la risposta.

A cosa ti ispiri per le collezioni?

Per la mia prima collezione BaRock mi sono ispirata al barocco veneziano per quanto riguarda i tessuti dominanti; i tagli e la linea richiamano il Glam Rock londinese degli anni 70 per via delle piume e delle ecopelli. Il nome della linea è la radice del barocco e la desinenza dello stile trasgressivo.

La seconda collezione Urban Vibes è una capsule street che ripropone lo stile della scena hip hop di ghetto degli anni 90. Entrambi i generi musicali sono stati protagonisti negli ascolti della mia infanzia, ecco il perché di queste scelte mirate nelle mie attuali linee.

Quanto contano i social oggi nel mondo della moda?

I social contano molto in questo settore. Credo che abbiano sostituito il classico biglietto da visita. Sono più diretti e meno “invadenti”; tramite le pubblicazioni permettono di avere una panoramica quasi a 360 gradi del profilo utente.

Che cos’è per te la moda?

La moda per me è come il riflesso del mio specchio. La intendo come un alter ego o una espansione concreta della propria arte.

Se potessi andare indietro nel tempo, con quale personaggio  ti piacerebbe interagire e perchè?

Più che andare indietro nel tempo spero di poter crescere nella mia carriera per poter incontrare e dialogare con Vivienne Westwood.

La adoro. Ha esordito come stylist dei Sex Pistols negli anni 70 e attualmente prosegue la sua carriera di stilista mantenendo quel mood punk londinese che tanto mi ha fatto innamorare della moda.

Adoro la coerenza delle sue collezioni e il suo stile personale.

 Cosa pensi dell’editoria di settore?

Penso che abbia cambiato la comunicazione rendendola più minimalista ma anche molto introspettiva e questo mi piace parecchio. Porta ad un viaggio nel cuore della moda, diretto, con molto trasporto, è molto più interattiva.

Forse mancava questo nei decenni passati.

L’anoressia spesso è stata associata al mondo della moda, qualcosa è cambiato oggi?

Si qualcosa è cambiato visto che ormai si bada alle attitudini più che al peso. Beth Ditto (voce del gruppo Gossip) è un esempio di cambiamento, anzi ne è stata proprio la testimonial.

Cosa pensi del fenomeno “Curvy”? la sensazione è che poco realmente cambi….

 Il fenomeno Curvy ha fatto sì che anche le donne con un fisico più esigente (vedi Beth Ditto) possano esprimere la loro femminilità con modelli e tessuti nuovi che valorizzano i punti di forza.

È stato un bene che sia nato poichè ogni donna tende ad avere spesso le proprie insicurezze legate al fisico; che sia asciutto o meno. Anche la Sophia Loren degli anni 50, oggi, potrebbe essere vista  come una curvy ma quanta bellezza aveva!

Bisognerebbe solo variare gli stereotipi di bellezza in una donna e guardare il vero potenziale che possiede per farla brillare anche con un fianco taglia 50.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato .

Cheren Hesse Surfaro

Intervista in collaborazione con Alessandra Giulivo Presidente della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer

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“Moda, futuro, pandemia, opportunità: da dove ripartire?”,

alessandra giulivo

L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio diversi settori dell’economia italiana tra cui la moda che da sempre rappresenta l’orgoglio ed il fiore all’occhiello del Made in Italy in tutto il mondo.

Le criticità e le problematiche che sta attraversando l’intero comparto sono state affrontate nel corso di un incontro web organizzato da “Cambiamo!” Reggio Calabria, coordinato da Saverio Anghelone.  

Protagonista del confronto su: Moda, futuro, pandemia, opportunità: da dove ripartire?”,

Alessandra Giulivo, Presidente Camera Nazionale Giovani Fashion Designer e Responsabile Provinciale Settore Moda di ‘Cambiamo!’.

Sono intervenuti illustri esponenti del settore: Massimo Torti, Segretario Generale Federazione Moda Italia e Docente al Master Executive in “Management e Comunicazione per l’industria chimica del lusso”, Mariateresa Furfaro, apprezzata stilista palmese a livello nazionale del Brand FeMme e Remo Frisina, Presidente Federpreziosi di Reggio Calabria. A moderare i lavori del meeting Francesco Meduri  Responsabile Provinciale per l’Organizzazione e lo  Sviluppo Territoriale. Ad introdurre ed intervistare gli ospiti

Alessandra Giulivo. “La moda  rappresenta un settore di punta  per l’immagine del paese ed è ,anche, la seconda industria italiana. Come  sappiamo – ha evidenziato- è il primo paese produttore di moda del lusso al mondo ed il primo produttore di moda in Europa. Purtroppo, è uno dei settori che è stato  investito per primo  da questa situazione di emergenza poiché la diffusione della pandemia nel nostro Paese è avvenuta in concomitanza della settimana della moda milanese. La crisi economica  che  sta affrontando la nostra nazione- ha aggiunto la Giulivo- ha comportato per l’industria della moda italiana una serie di conseguenze inattese ed inevitabili che hanno impattato sull’equilibrio finanziario, la continuità produttiva ed occupazionale anche di medie e piccole imprese e realtà di eccellenza artigianale. Ad essere a rischio è la filiera produttiva. Il settore moda italiano in questo momento vive problematiche su diversi fronti: da una parte il calo di produzione, dall’altra quello della domanda,  in seguito ai diversi decreti, che hanno imposto la chiusura,  in maniera altalenante, in tutta Italia, dei negozi, degli atelier e lo shopping ha subito un’evidente e necessaria frenata.

Il  ‘Decreto Natale’ varato dal Governo Conte- ha rimarcato- costretto a scegliere tra salute ed economia, ha comportato importanti ripercussioni su un settore già in ginocchio”. Il 2020 ha registrato, a causa del lockdown  un drastico calo del fatturato in tutti settori , dalla moda  che si aggirava nel 2019 attorno ai 100 miliardi di euro,  agli imprenditori del settore orafo e alle aziende legate al wedding.  “La moda è un settore che ha risentito moltissimo della crisi-  ha spiegato Massimo Torti- tanti i punti vendita che hanno chiuso.

Sono circa 50 mila persone che lavorano nel mondo della moda ed i 20 miliardi di consumi in meno del 2020, per quanto concerne il mondo fashion,  ha destato molta preoccupazione. Inoltre, l’eccessivo ricorso per le aziende allo smart working ha ridimensionato le occasioni di incontri e relazioni sociali provocando, quindi, un profondo calo degli acquisti. 

Anche il  turismo in questi mesi è venuto a mancare, circa 7 miliardi e mezzo in meno per  lo shopping degli stranieri. Pesanti perdite si sono registrate anche per le aziende del wedding essendosi ridotte drammaticamente le occasioni di feste tradizionali come le cerimonie. Le ripercussioni della crisi- ha continuato- si sono estese anche all’ingrosso, alle agenzie di rappresentanza sino ad arrivare alla manifattura di qualità. In questo momento anche l’utilizzo del digitale   sta garantendo un giro minimo d’affari per le imprese attive nelle vendite on-line. Si cerca di vendere con tutti gli strumenti a  disposizione”.

Per Remo Frisina è aberrante vedere le saracinesche dei negozi abbassate nelle vie dello shopping di Reggio: “Credo sia fondamentale attuare misure urgenti; i fatturati sono scesi e tutto il comparto è in crisi. In merito al web, per la categoria dei gioiellieri, costituisce una risorsa ma anche rappresenta la concorrenza. Il gioielliere da sempre  instaura un rapporto di fiducia con i propri clienti perchè regala  emozioni che il digitale non è in grado di sostituire. La nostra categoria non si limita a  vendere esclusivamente un prodotto  ma, spesso, costituisce  un investimento per l’acquirente, quindi, solo acquistando localmente si crea un indotto”.

Il bilancio di quest’anno è sicuramente negativo , innegabile il calo delle vendite ha rimarcato la stilista Mariateresa Furfaro: “Il settore del wedding è stato particolarmente colpito dalla crisi e le aziende sono state costrette a rimodulare la propria produzione. La rivoluzione digitale costituisce sicuramente uno sbocco per molte imprese ma non nel mio caso che vendo abiti da sposa in cui è imprescindibile il contatto con i clienti”.

Anche i saldi invernali  che solitamente costituivano per i commercianti un’occasione di sviluppo ed introiti   sono partiti sotto tono ed a macchia di leopardo.

Per il Segretario Generale di Federazione Moda Italia Torti, la stagione autunno- inverno non è mai decollata: “I negozi si ritrovano con  molta merce invenduta. Un giusto indennizzo destinato a tutta la filiera consentirebbe di acquistare le nuove collezioni ed i punti vendita potrebbero continuare a lavorare. Ritengo che la sostenibilità costituisca la chiave del reshoring in Italia, stiamo investendo in questa direzione. E’ fondamentale che le aziende tornino a operare  nel nostro Paese. Sono 78 anni che la nostra associazione è accanto agli imprenditori con forza e determinazione. Al Governo chiediamo maggiore attenzione e di essere ascoltati. Siamo allo stremo ma continueremo come sempre a lottare  guardando al futuro con ottimismo”.

Per il Presidente di Federpreziosi , Remo Frisina, i saldi solitamente non riguardano questo settore: “In generale riscontro solo una propensione maggiore all’acquisto in questo periodo. Concordo sull’importanza della sostenibilità che garantisce la qualità sulla produzione di tutta la filiera. Sono molti anni che la nostra categoria sopravvive a virus e pandemie, quindi, dobbiamo essere  positivi e fiduciosi”.

La stilista Maria Teresa Furfaro ha manifestato molta preoccupazione anche per il 2021. “I saldi aiutano di prassi un’azienda a recuperare liquidità ma non è stato così, anzi siamo stati costretti  a svendere l’ invenduto. Non dimentichiamoci che l’artigianato è un prodotto che si distingue per qualità  e  peculiarità. A differenza di altre aziende  che hanno aperto a singhiozzo, il settore del wedding- ha sottolineato- ha subito un fermo di un anno intero. Auspico ci sia una ripresa  ma credo sarà lenta. Dobbiamo resistere ottimizzando la nostra attività  sperando in incentivi da parte del Governo che ci consentano di dare linfa a nuovi progetti”.

Il Coordinatore provinciale di “Cambiamo!”, Saverio Anghelone, ha concluso il meeting ringraziando tutti gli ospiti per il pregevole contributo: “ Diverse le proposte e le idee  emerse da questo confronto. ‘Cambiamo!’ si farà portavoce delle vostre istanze attraverso un documento che arriverà sino ai tavoli nazionali”.

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Moda, futuro, pandemia, opportunità: da dove ripartire?”,

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La “sposa” secondo Mariateresa Furfaro

Mariateresa Furfaro

Nata con ago e filo tra le dita , Mariateresa è la nuova generazione che avanza, nel meraviglioso universo degli abiti da cerimonia.

Le abbiamo fatto qualche domanda per farci raccontare il percorso da lei intrapreso…

Il tuo primo incontro con la moda?

Non saprei con precisione quando sia stato il momento esatto in cui ho avuto un primo approccio con il mondo della moda. Sono nata in una famiglia di sarti perciò l’ambiente  e la passione per la moda sono stati da sempre luoghi e attitudini piuttosto intimi fin da quando ero una bambina.

Il tuo primo abito ?

Guardando indietro nel tempo, direi che in realtà esistono tanti primi abiti. Se proprio dovessi scegliere, tra i ricordi più belli, sicuramente il primo abito da sposa in organza e pizzo francese che confezionai in occasione dell’apertura del mio atelier. I primi abiti sono sempre carichi di sogni e di passione e quello, in particolare, era il simbolo della voglia di cominciare un percorso che mi ha portato fino a qui.

Quando hai capito che la moda sarebbe stata la tua vita?

Che la moda fosse la mia strada credo di averlo sempre saputo. E’ stata una passione che ho coltivato a costo di tanti sacrifici fin da piccola. Di certo questa consapevolezza si è cementata con il tempo dopo gli studi di maturità per finire poi all’apertura di un mio personale atelier. Un’importante spinta motivazionale in questo senso però, la attribuisco senza dubbio alla mia partecipazione all’ International Fashion Week , proprio qui a Reggio Calabria, con la Camera Nazionale Giovani Fashion Designer. 

A cosa ti ispiri per le tue collezioni?

Alla base di ogni idea per le mie collezioni c’è di fondo una continua ricerca del Bello e di come questo possa tradursi costantemente in forme e linee nuove. Credo che due siano i filoni che mi permettono di dare concretezza a questa ricerca: la bellezza della natura, particolare, quella della mia terra di Calabria e i sentimenti. 

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Da quando ho avviato la mia attività, undici anni fa, sono molti gli episodi curiosi e divertenti che potrei raccontare. Confezionare abiti su misura permette sempre di entrare in una confidenza particolare con le persone che mi vengono a trovare in atelier.  Tuttavia, se dovessi scegliere in questo momento…ci fu un giorno in cui mentre lavoravo in sartoria, a mia completa insaputa, mia figlia Monica, che allora aveva più o meno tre anni, rubò da sotto il tavolo qualche spezzone di stoffa caduto, per provare da sola a realizzare un abito per il suo cicciobello. A modo suo aveva osservato quello che facevo e cercava di elaborare, di creare qualcosa con le sue piccole mani paffute. Mi sembrò di rivedere me diversi anni prima ai piedi della macchina da cucire di mamma.

Se potessi parlare con un’icona del passato della moda, con ti piacerebbe parlare e di cosa?

Un’icona della moda del passato con cui parlare? Coco Chanel.

Doppia C, come doppio coraggio. Coraggio per innovare per reinventare abiti e concetti, per disegnare un nuovo universo femminile. Di cosa parlerei con lei? Avrei molto da chiedere e molto da imparare su tutto quello che riguarda il settore in cui lavoro! Ma vorrei chiacchierare con lei a proposito della scintilla che ha incendiato la sua fantasia, del modo in cui ha cambiato la sua visione di cose ormai date per assodate, di come si è saputa rapportare con il suo tempo e ha proposto in modo originale e sempre così elegante un nuovo modo di intendere la femminilità. 

Cos’è per te la moda?

Ho sempre pensato che moda non sia solo abiti, look, tendenze, fashion system. Per moda è una strada creativa per veicolare un messaggio. Un modo per farsi portavoce di qualcosa o di qualcuno. Moda è un continuo lasciarsi ispirare ma, anche ispirare qualcosa. È scambio di idee, emozioni, ricordi, speranze, voglia di non arrendersi nonostante tutto.

Quanto conta la comunicazione oggi?

Se per comunicazione intendiamo meramente “marketing ed annessi”, oggi è palese che non esiste più un ambito della vita che non ne sia interessato; se, invece, parlando di comunicazione  pensiamo alla “condivisione” di sé , del  pensiero, delle capacità e dei sogni, allora la comunicazione la annovero tra i bisogni essenziali dell’uomo. Comunicare è di vitale importanza, specie in questo periodo in cui, per ovvi motivi, siamo stati costretti ad una chiusura che non ha riguardato solo gli aspetti lavorativi della vita. Proprio per questo motivo credo anche, che l’importanza della comunicazione sia direttamente proporzionale ai contenuti che si veicolano. Comunicazione, condivisione di sé e responsabilità verso gli altri sono per me un trinomio inscindibile.

Intervista in collaborazione con Alessandra Giulivo Presidente della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer

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Il tempo di un piacevole caffè con Letizia Vercellino

Creatrice di eventi culturali , esperta di storia del costume e  Guida turistica, non potevamo non fare qualche domanda a Letizia Vercellino e lasciarle il compito di raccontarsi e raccontarci …

Il tuo primo incontro con l’Arte? Il primo incontro con la Moda?

Ho dei ricordi molto vividi e indelebili, avevo nove anni e il mio primo forte impatto con l’arte avvenne a Barcellona. Una vacanza indimenticabile, dove mio padre mi portò a vedere i quadri di Picasso, ammirare le opere di Gaudí, mentre mi declamava versi dei suoi poeti spagnoli preferiti.

Mi elettrizzai nei locali di Flamenco, l’arte di quella danza mi incantò e ciliegina sulla torta vedemmo passeggiare sulla Rambla, il lungo viale della città, Salvador Dalí!

Da qualche parte ho ancora un breve filmato di questo momento, Dalí che con il suo bastone e lunghi baffi si faceva notare con uno stile regale tutto vestito di bianco, una visione a dir poco eccentrica.

Da quel viaggio tornai con un entusiasmo che ancora adesso m’illumina.

La passione per la Moda, invece, la devo a mia madre, donna radiosa per definizione. Lei era sarta, la sua stanza era piena di bottoni di tutte le forme, fili di tutti i colori e stoffe, le cui rimanenze diventavano vestitini bellissimi per le mie bambole. A lei devo un certo gusto e senso estetico che con curiosità ho affinato nel tempo. Gli studi mirati poi, mi hanno permesso di diventare per molti anni una designer di abbigliamento lavorando per prestigiose aziende e affermati studi stilistici ed anche insegnando in scuole di Moda.

Per parlare di Arte è necessario averla studiata?

L’Arte ha un linguaggio molto potente che arriva a chiunque, conformandosi secondo la personale sensibilità e ricettività. Come guida turistica ho avuto ad esempio esperienze indimenticabili con i bambini, che di fronte ad opere di Rothko, Pollock, Kline, interagivano con riflessioni che nemmeno con gli adulti mi è capitato di sentire. Personalmente io sono per l’approfondimento e lo studio continuo, perché certi codici dell’Arte e la vastità di significati si possono comprendere e accogliere se quei codici possono essere in qualche modo decifrati. Con le giuste chiavi si possono aprire porte che si affacciano su panorami d’incredibile stupore che l’Arte sa provocare. Motivo per il quale, la tardiva laurea in Storia dell’Arte, con tesi dedicata alla Storia del Costume, mi ha permesso di evolvere il mio percorso professionale e raggiungere nuovi obiettivi.  

Binomio Arte-Moda, da qualche anno sta funzionando, cosa ne pensi?

La Moda nella sua più alta accezione è per me indiscutibilmente Arte. La Storia del Costume lo racconta e le contaminazioni con le diverse forme dell’Arte, nel corso dei secoli, sono lampanti. Basti vedere come certe linee stilistiche siano mutuate dall’Architettura, dalla Pittura, dal Teatro…è continua ispirazione e allo stesso tempo ricerca innovativa. Ritengo che più che binomio parlerei di una voce sola: l’Arte della Moda. E la Moda è tutto fuorché una forma d’Arte minore rispetto alle altre. Il suo potere comunicativo è fortissimo e da sempre l’uomo utilizza l’abito come forma simbolica del proprio tempo. Raccontare tutto questo mi appassiona moltissimo e la risposta entusiasta da parte del pubblico, mi rende felice.

Collaborando ad esempio con i musei, mi permette di valorizzare un’opera pittorica o scultorea mostrando nuove sfaccettature, significati che grazie agli abiti, ai tessuti, colori, accessori, molto spesso si notano superficialmente o per nulla. Come si dice, i dettagli fanno la differenza e possono raccontare bellissime storie.

Quali sono i punti fondamentali attorno ai quali gira l’organizzazione di un evento?

Sicuramente per me è avere le idee chiare sin dall’inizio, sia sulla fase progettuale, sia quella creativa dell’evento. Poi segue un grande lavoro che è fatto di ricerca, studio, metodo. Creatività ed efficienza vanno sempre di pari passo. Sono un po’ maniacale, mi piace lavorare in modo molto meticoloso, calcolando ovviamente anche i fattori di imprevedibilità. Mi piacciono anche quelli.

La Cultura che peso ha in Italia?

La Cultura deve avere un peso enorme su una società e parlando dell’Italia, non dimentichiamoci quale è il nostro DNA. Purtroppo ora è come se fossimo retrocessi di decenni e pare che la Cultura sia sempre più ostacolata e bistrattata, ma si deve combattere per lei. Ciascuno di noi deve dare il proprio contributo e soprattutto formare correttamente i giovani. Devono essere educati alla Bellezza e portarli a capire che la Cultura regala libertà, dà valore alla vita e ci rende essere umani migliori. La tecnologia, ormai irrinunciabile, si sposa benissimo con la visita dei musei, la frequentazione di teatri, concerti, con il profumo della carta dei libri, quelli che permettono di crescere, conoscersi e soprattutto pensare.

Se potessi decidere tre azioni per aiutare il mondo della Cultura quali sarebbero?

Sostituire prima di tutto certi politici o personaggi nefasti per la Cultura italiana. Investire denaro ed energie per darle tutta l’importanza che merita in tutti i settori e livelli. Fortificare l’identità sociale e culturale di questo paese per un nuovo Rinascimento. Noi Italiani, sappiamo raggiungere l’eccellenza in ogni settore, ricordiamocelo ogni sacrosanto giorno.

Raccontami un aneddoto che ricordi con il sorriso

Ne avrei tantissimi, ne ricordo uno piuttosto recente di una signora che durante un mio reading teatrale e racconti sulla Moda Napoleonica, le squillò il cellulare. Non riuscendo a spegnerlo, si agitò molto arrossendo; allora mi fermai e le dissi di rispondere, perché era sicuramente Napoleone, forse compiaciuto delle cose che di lui stavamo raccontando! Il pubblico carinamente rise e la signora riuscì a spegnerlo.

Se potessi incontrare un’icona del passato, chi e di cosa parleresti?

Vorrei trascorrere del tempo con “la suprema delle donne” come fu definita da Matteo Bandello, Isabella D’este. Una delle donne più autorevoli del Rinascimento, mecenate delle arti, scrittrice e soprattutto donna ammirata e imitata dalle altre nobildonne  per il suo stile innovativo e la sua raffinata eleganza.

Parleremmo di un po’ di tutto, di uomini, di Arte, di vestiti… e congedandomi con un inchino, le regalerei un elegante tubino nero alla “A.Hepburn. Le starebbe d’incanto.

Grazie Letizia, al prossimo caffè …

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IntervisteModaSenza categoria

Semplicità e Stile come parole d’ordine: Carmen Renée: Imprenditrice Digitale.

Carmen Renée

Carmen svolge la sua attività su Instagram dove si occupo di Moda, da sempre la sua passione.

Le piace lo stile semplice, durevole ed eterno da qui nascono i suoi post su Instagram ,foto dei suoi outfits, piuttosto minimal , composti da capi basici: vivendo a Parigi, è entrata nel mood dello stile “parisien” che si contraddistingue proprio per la sua semplicità.

Per Lei il guardaroba perfetto femminile dovrebbe essere composto da capi essenziali e accessori iconici.

Lasciamo a Carmen il compito di raccontarsi:

Amo la natura, essendo cresciuta in campagna dove passavo le giornate con mio nonno e i miei adorati cani.

Di recente, infatti, ho deciso di dare il mio contributo all’ambiente parlando nei miei post di tematiche riguardanti la Sostenibilità, consigliando ai miei followers prodotti e capi prodotti con materiali e con processi produttivi più verdi. Anche attraverso i reels e i video di IGTV condivido delle pillole, di non più di un minuto, riguardanti curiosità su questo fantastico mondo della Sostenibilità in continua crescita.

La mia formazione. Il mio futuro. Il mio progetto sostenibile.

Mi sono laureata in Economia alla Scuola di Economia e Management dell’Università di Siena. Decisi di intraprendere questo percorso perché il mio sogno è quello di aprire un’azienda. Ho sempre immaginato un futuro da imprenditrice nell’ambito della moda. Infatti la mia ambizione più grande sarebbe quella di creare un marchio di abbigliamento che rispecchi il mio stile essenziale ma che in primis rispetti l’ambiente.

Penso che il problema ambientale, soprattutto legato alla moda, non sia più da sottovalutare e che un brand che nasce oggi debba rispettare determinati standard ambientali. Tra le materie che ho studiato all’Università quella che mi ho sentito più mia è stata “ Politica Economica Ambientale” tanto che decisi di scrivere la mia tesi di laurea su questo argomento: affrontai la tematica della Fast fashion, concentrandomi sulla strategia sostenibile del marchio svedese H&M e le scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più abituati ad acquisti compulsivi o dettati da budget ridotti.

Premettendo che non ho nulla contro i marchi della moda veloce, di cui anche io sono consumatrice, penso che sia fondamentale un’inversione di rotta verso la qualità di ciò che indossiamo.

Pur vero è che il concetto di stile sostenibile è ancora molto lontano dall’essere fruibile a tutti. La strada è ancora lunga perché rendere tutto sostenibile o almeno eco-sostenibile sarebbe un cambiamento troppo radicale per il mondo intero e dunque impossibile da realizzarsi in breve tempo. Per questo, tramite la mia attività social, ho deciso di sensibilizzare prima di tutto me stessa e spero di rendere partecipi tutti coloro che hanno il piacere di seguirmi. Ritengo che una “piccola-grande” rivoluzione debba avvenire a piccoli passi e attraverso gesti quotidiani.

UN ANEDDOTO CHE RICORDI CON IL SORRISO

Due anni fa il mio compagno mi chiese di andare a vivere con lui a Parigi, dato che aveva appena accettato un lavoro proprio nella Ville Lumiere.

Dopo 8 anni di relazione a distanza sentivamo il bisogno di stare sempre insieme. Ho sempre visto il mio trasferimento a Parigi come una nuova e grande oppurtunità di crescita personale e lavorativa.

All’inizio, pero, avevo molta paura del cambiamento e di lasciare i miei affetti . Mi ricordo che feci addirittura una lista dei pro e dei contro per decidere se accettare la proposta del mio compagno o meno. Mi viene da sorridere quando ci penso perché non sapevo a cosa stavo rinunciando se avessi risposto di no. Fortunatamente poi decisi di buttarmi a capofitto nell’esperienza come ho sempre fatto nella mia vita. Ho sempre ignorato le mie paure e così ho vissuto le esperienze piu belle che mi hanno fatto crescere, come gli anni universitari a Siena o l’Erasmus in Spagna. Vivo tutt’oggi a Parigi e la mia vita non potrebbe essere più perfetta di cosi.

E’ una città che mi sta dando tanto, molto romantica e che mi regala ogni giorno tanti spunti creativi che condivido su Instagram. A tutti coloro che mi chiedono un’opinione su Parigi io rispondo sempre “ Parigi è un museo a cielo aperto” che vale la pena visitare almeno una volta nella vita. All’inizio non sapevo se trasferirmi, ora non vorrei più andare via. Non so dove mi porterà il futuro ma quel che è certo è che Parigi rimarrà per sempre nel mio cuore.

SE POTESSI INCONTRARE UN’ICONA DEL PASSATO , CHI è E DI COSA PARLERESTI

Mi piacerebbe incontrare Coco Chanel. Sembra una risposta scontata per un’amante della moda ma non lo è . Coco Chanel non è stata solo una figura geniale nel mondo della Moda ma anche una donna avanti con i tempi. Oltre ad aver inventato l’intramontabile tubino nero, fu precorritrice dello stile garçone, rivoluzionando il modo di vestire delle donne e democratizzando l’eleganza.

Era impensabile a quei tempi vedere una donna vestita come un uomo, con giacca e pantaloni. Eppure lei lo fece, emancipando la figura della donna.

Mi piacerebbe chiederle come è riuscita ad ideare uno stile sempre attuale, che non passa mai di moda perché vorrei creare un marchio che rappresenti uno stile unico più che una moda passeggera.

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Babrbara Bertagni alias LadyBB

Babrbara Bertagni

Classe 1971 Adora tutto ciò che rappresenta l’eleganza e la classe, e la moda è la passione che la accompagna da sempre. ha creato un Blog tra i più seguiti in Italia www.ladybb.it e conta oltre 200.000 Follower sul suo profilo Instagram @ladybb___

Conosciamo meglio Barbara Bertagni

Il tuo primo contatto con la moda?

 Il mio primo vero e proprio contatto con la moda è stato nel 2016, quando fortuitamente, ho conosciuto lo stilista italiano Alberto Zambelli con il quale è nato fin da subito uno straordinario rapporto professionale e di amicizia. Grazie a lui ho potuto toccare con mano il mondo della moda anche partecipando a svariate edizioni della Milano Fashion Week Moda Donna in qualità di fashion blogger.

Non smetterò mai di ringraziarlo.

Il tuo primo servizio fotografico?

Anche il mio primo servizio fotografico risale al 2016, anno in cui ho deciso di intraprendere la carriera di blogger.

Non ho mai fatto servizi fotografici prima di allora. Tutto è iniziato nel 2016. Non ho mai posato. Non ho mai sfilato. Non ho mai frequentato scuole e/o corsi in tali settori. Mi sono “fatta da sola” in tutto e per tutto. Inoltre, le immagini che pubblico sono miei autoscatti. Inizialmente mi avvalevo di un fotografo, ma con il passare del tempo i reciproci impegni sono diventati inconciliabili, di conseguenza ho dovuto imparare a farmi scatti da sola utilizzando il mio telefono. Non ho mai neanche fatto corsi di fotografia.

Il mondo del fashion system pregi e difetti

 E’ una domanda alquanto complessa. Non mi è possibile rispondere in maniera esaustiva senza rischiare di dilungarmi eccessivamente. Cercherò di essere sintetica. Il Fashion System ha indubbiamente pregi e difetti al pari di qualsiasi altro settore. Tra i pregi, a mio parere, la creatività, il dinamismo, la continua ricerca di novità, la necessità di essere precursori, di guardare avanti ed oltre. La passione che non deve mai mancare. Difetti? Uno su tutti: l’apparire. Ciò che proprio detesto di questo settore è la dipendenza dall’apparenza.

Com’è cambiata la moda con l’avvento dei social?

 Se per “moda” intendi i fashion trend, ritengo che i social abbiamo comportato dei grandi cambiamenti. Ad esempio, a mio avviso, i social hanno uniformato gli stili a livello globale. Mentre un tempo in ciascun Paese prevaricava un determinato stile dettato dalla cultura e dalle tradizioni del Paese stesso, con l’avvento di Internet e poi dei social si è venuta a creare una sorta di globalizzazione della moda. Basti pensare alle grandi piattaforme che vendono abbigliamento low cost online. Da questo punto di vista la tecnologia ha appiattito i gusti delle persone, creando masse di fruitori omologati.

Influencer o blogger ? 

Blogger, grazie. Non amo definirmi Influencer. E’ un termine che a mio parere ha un’accezione negativa: influenzare le scelte degli altri. Preferisco definirmi blogger che condivide il proprio stile, le proprie scelte in tema di moda e cosmesi e lifestyle, che suggerisce, che lancia delle idee, degli spunti, che ispira gli altri senza necessariamente influenzarli.

Come scegli di cosa parlare  ?

Niente di più facile, ho sempre talmente tante cose da dire … Innanzitutto ci tengo a precisare che non tutti i post che pubblico sono frutto di collaborazioni, infatti mi piace condividere anche post riguardanti miei look personali piuttosto che prodotti cosmetici che utilizzo abitualmente nella mia beauty routine. Cerco sempre di mantenere fede alla persona che sono nella realtà ed è per tale ragione che sono molto selettiva nell’accettare le proposte di collaborazione. Se un brand non è in linea con i miei abituali contenuti, preferisco declinare la proposta e così pure se, dopo aver testato un prodotto, non lo ritengo soddisfacente.

Il talento e la bellezza possono bastare? 

 Assolutamente no! Senza la fortuna non si arriva da nessuna parte. Anche solo un pizzico, ma è indispensabile. E comunque, mentre il talento è fondamentale, la bellezza non lo è per niente in questo settore. Vi sono food blogger, tiktoker, curvy blogger, travel blogger etc che non possono essere definiti “belli” esteticamente eppure sono talentuosi e riscontrano più successo di altri a cui Madre Natura ha regalato la bellezza.

Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso

 Il giorno in cui ho conosciuto lo stilista Alberto Zambelli. Ero talmente emozionata da non poter mai dimenticare quel giorno. Pensavo di non poter reggere ad una simile emozione. Avevo il cuore che batteva a mille. Ricordo che mi ero vestita di tutto punto, truccata alla perfezione (nei limiti delle mie capacità..) e che, prima dell’incontro, continuavo a ripetermi: “Chi te lo ha fatto fare???” “Cosa ti è venuto in mente?” Alberto Zambelli e la sua famiglia si sono dimostrati subito persone splendide ed affabili e così sono riusciti a stemperare la mia agitazione.

Se potessi parlare con un grande del passato, chi e di che cosa?

Il passato è ricco di grandi uomini e grandi donne, di persone che hanno fatto la storia ed hanno lasciato un segno indelebile. Fra tutti, per stare in tema, mi piacerebbe parlare con Coco Chanel.

Di lei ho letto varie biografie e la sua storia è affascinante. Con lei mi piacerebbe parlare della sua forza interiore e della sua determinazione, della sua capacità di elevarsi pur essendo cresciuta in un ambiente familiare drammatico (orfana di madre, abbandonata dal padre e vissuta per anni in un orfanotrofio). Vorrei dirle che è ancora un mito e che le sue creazioni stilistiche ed i suoi profumi, come pure le sue citazioni non moriranno mai. I miti non muoiono!

Cos’è per te la moda ?

Per me la moda da sempre rappresenta il mio modo di essere, il modo in cui mi interfaccio ed interagisco con gli altri, il modo in cui mi sento bene con me stessa. Fin da ragazzina sono appassionata di moda. Ho sempre prestato attenzione alla scelta dei giusti capi di abbigliamento. Non ho mai amato le persone sciatte, trascurate ed anonime. Ritengo che il modo in cui ci si veste sia una forma di rispetto per se stessi e per gli altri. Non si può negare che se una persona è “in ordine” significa che rispetta prima se stessa e quindi coloro con cui si relaziona. Ciò che indossiamo ci distingue dagli altri, quindi per me la moda è uno strumento di distinzione.

In chiusura di intervista ricordiamo anche il tuo profilo Tik Tok @ladybb___

Grazie Barbara per la tua disponibilità

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Melania Iacobellis, uno “Sguardo” sulla Moda …

Melania Iacobellis

Dall’obbiettivo alla passerella, conosciamo meglio Melania Icobellis:

IL TUO PRIMO CONTATTO CON LA MODA

 Il mio primo contatto con la moda l’ho avuto all’età di 15 anni.

Lo storico inviato di Striscia la Notizia Edoardo Stoppa, ospite della mia zona promuove una sfilata per denunciare l’attività della caccia per ricavarne capi d’abbigliamento e per paradosso decide di far sfilare pellicce ecologiche accompagnate da animali domestici al guinzaglio. Una contrapposizione che riscuote molto successo e fa parlare diversi giornali locali. Da questo momento in poi il mio nome inizia a fare la prima comparsa nell’ambito della moda. –

IL TUO PRIMO SERVIZIO FOTOGRAFICO

Il mio primo servizio fotografico é all’età di 16 anni per un brand di intimo e lingerie…e da lì a poco inizierò poi a lavorare per diversi stilisti emergenti. –

LA TUA PRIMA SFILATA

La mia prima sfilata da “debuttante” la colloco all’età di 11 anni, quando un rinomato negozio di abbigliamento di lusso della città mi coinvolge in una sfilata di quartiere.

IL MONDO FASHION SYSTEM PREGI E DIFETTI

I tempi sono cambiati e con essi anche i meccanismi del fashion system. La moda ai tempi dei social é più veloce, più conosciuta, più creativa, più immediata e rivoluzionaria perché cambia il modo di comunicare che risulta più aperto rispetto alla comunicazione sui giornali…ma vive di esibizione e approvazione.

QUANTO É IMPORTANTE STUDIARE PER DIVENTARE MODELLA ?

Se si aspira a diventare una VERA professionista é molto importante studiare ! Bisogna prima di ogni cosa studiare portamento ! Bisogna imparare come sfilare ogni capo che si indossa. Bisogna soffermarsi sull’espressione del viso, sulla postura e sulla capacità di stare in equilibrio sui tacchi. Avere una preparazione adeguata così da poter affrontare nel modo giusto tutte le eventuali situazioni nel settore : casting , sfilate in passerella , passando poi per gli shooting fotografici in studio. La modella non é un gioco…é una professione !

TALENTO E BELLEZZA POSSONO BASTARE ?

Assolutamente no ! Ci vuole la personalità é questa che contraddistingue una modella da un’altra. E ci vuole tanta passione per questo lavoro…perché una modella professionista deve essere pronta in ogni momento a dare la migliore versione di sé passerella !

MI RACCONTI UN ANEDDOTO CHE RICORDI CON UN SORRISO

Ricordo un pomeriggio di pioggia durante una sfilata all’aperto di abiti scenografici…mi avvicino allo stilista e preoccupata gli faccio presente la mia paura di sporcare l’abito. Lo stilista si avvicina e sorridendo mi dice :” L’abito in questo momento non é altro che la tua cornice…se piove sopra all’abito saprai tu come far tornare il sole per asciugarlo”. Una frase inaspettata che mi ha dato tanta carica

SE POTESSI PARLARE CON UN GENIO DEL PASSATO …CHI E CHE COSA GLI DIRESTI ?

Mi piacerebbe poter avere un dialogo con il mitico Totò, perché per me con la sua semplicità era un vero genio ! E poi mi piacciono le persone sensibili , d’animo nobile.. proprio come lui ! Gli chiederei che opinione ha di questa epoca e gli chiederei molti consigli sia professionali che personali. –

CHE COS’È PER TE LA MODA ?

Per me la moda é la più bella rappresentazione di me stessa , é la mia passione da sempre e poter sfilare é ciò che mi da grande emozioni.

Grazie Melania per la tua disponibilità

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