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La moneta complementare, un nuovo paradigma del denaro, le origini affondano nel baratto e trovano nuova linfa negli Anni Trenta

La moneta complementare
La moneta complementare

“La moneta complementare: cos’è e come aiuta le imprese”, questo il titolo di una tavola rotonda, moderata dalla giornalista llaria Guidantoni, organizzata da C.A.N.D.E., Class Action Nazionale dell’Edilizia, volta ad approfondire la conoscenza di una nuova best practice dell’economia reale con la partecipazione di OndaPay.
Si tratta di un’opportunità che non pretende di essere sostitutiva della moneta in corso legale e che presenta un aspetto rassicurante grazie anche ad un approccio semplice anche per la piccola e media azienda nonché per tutti i titolari di Partita Iva che abbiano un’attività.
Seppure promossa recentemente, rappresenta una sorta di “ritorno al futuro nel passato”, riportandoci su un piano di economia reale e alle origini dello scambio, il baratto, con un atout: non si tratta solo di uno scambio tra due parti nello stesso momento, quello che può essere assimilato alla permuta nel settore immobiliare; ma un piatto ‘di gioco’ ricco che apre
molteplici possibilità, incrociando non direttamente domanda e offerta e non necessariamente nello stesso momento. In tal senso la tecnologia odierna rappresenta la vera cifra innovativa.

Ma com’è nata la moneta complementare?
Il commercio umano nasce inizialmente con il baratto, funzionale se non bastevole in economie semplici in cui gli scambi sono bilaterali e servono a soddisfare esigenze primarie.
Lo scambio tout court però non è adeguato ad economie sempre più complesse nelle quali gli scambi commerciali aumentano in numero e in complessità.

Ed è in questo scenario che nasce la moneta vera e propria, come elemento atto a velocizzare e moltiplicare gli scambi commerciali, superando il baratto con un sistema di pagamento funzionale all’economia reale.

La nascita della moneta viene fatta risalire al VII/VI secolo a.C. forse coniata per la prima volta da Creso, re di Lidia.
Tornando alla sua funzione, la moneta non è altro che uno strumento di pagamento, un’unità di misura condivisa tra tutti i soggetti economici.

La funzione virtuosa della moneta viene messa in discussione quando essa smette di essere un mezzo per diventare un fine.

E quello che abbiamo visto succedere con la finanziarizzazione della società, dove una finanza slegata dall’economia reale ne influenza spesso negativamente le sorti, con pesanti ripercussioni per la popolazione umana.
La moneta complementare vuole recuperare la funzione sana di strumento di pagamento, perché come scriveva il premio Nobel Samuelson: «La moneta, in quanto moneta e non in quanto merce, è voluta non per il suo valore intrinseco, ma per le cose che consente di acquistare.»
Su questi presupposti e in un momento storico molto particolare nasce la moneta complementare, come strumento anticiclico che contrasta le distorsioni del sistema finanziario.
Negli anni Trenta del secolo scorso, in piena crisi, il cosiddetto credit crunch, quindi la carenza di liquidità sul mercato, sprofonda in piena crisi tutta l’economia mondiale.
Mancando la liquidità nel sistema, l’economia reale si ferma, non essendoci i mezzi per mettere in moto la produzione e gli investimenti. Senza addentrarci troppo nei meccanismi economici, risulta evidente che nello schema tradizionale la mancanza di liquidità blocca l’economia reale.

Sulla base di quest’osservazione, e sulla scorta delle teorie dell’economista Silvio Gessel, nel 1934 nasce a Zurigo la Wir Bank. Un gruppo inizialmente ristretto di imprenditori svizzeri si unisce per dare vita a un sodalizio che supera le ristrettezze
finanziarie dovute alla carenza di liquidità e crea un sistema di scambi commerciali non legati alla moneta in corso legale.

In pratica, venne creata una camera di compensazione che teneva e certificava i debiti e crediti derivanti dalle operazioni commerciali tra gli imprenditori aderenti a Wir Bank. Sganciare il meccanismo commerciale dall’economia finanziaria in crisi, rimise in moto in moto l’economia reale Tale esperienza oggi è ancora una realtà in Svizzera, che opera con decine di migliaia di imprenditori. Wir Bank si può considerare pertanto l’antesignano di tutti i sistemi di moneta complementare esistenti oggi, se ne stimano circa 500 nel mondo. Il sistema si è molto sviluppato negli anni Settanta del secolo scorso nel mondo anglosassone, prendendo anche il nome di Corporate Barter per indicare da un lato la sua origine di scambio, dall’altro
l’industrializzazione del sistema, funzionale ad aziende anche di dimensioni importanti.
In Italia le esperienze di moneta complementare o Corporate Barter risalgono agli anni Duemila, con alcune esperienze anche di discreto successo.

La moneta complementare è quindi una realtà in grado di aiutare le imprese, che possono accedere ad una liquidità complementare che come effetto non secondario è in grado di sviluppare il fatturato delle aziende stesse.
Liquidità e fatturato sono i punti cruciali e se vogliamo i problemi diffusi della struttura aziendale in Italia
Il seminario del 19 Febbraio scorso – che ha riunito una cinquantina di imprese – si è occupato di approfondire questi temi con l’obiettivo di fornire il contesto e anche delle soluzioni pratiche ed attuali.

È intervenuta infatti OndaPay, spin off del gruppo Eneron, che si occupa appunto di moneta complementare
Il sistema OndaPay è già attivo da qualche anno in Italia con centinaia di aziende che utilizzano con soddisfazione questo sistema di pagamento alternativo, o meglio complementare.

È stato chiarito che questi sistemi non possono sostituirsi alla moneta ufficiale, dato che non si può acquistare tutto con questa moneta; restando non di meno complementari.
Per fare due esempi eclatanti tasse e stipendi non possono essere pagati per vincoli legali con monete diverse dall’euro. Questo è un limite ovviamente ma tendenzialmente tutto il resto dell’universo di beni e servizi acquistabili è potenzialmente gestibile con la moneta complementare.

Com’è intuibile, l’obiettivo è quello di allargare la platea degli utenti il più possibile: più la moneta è spendibile, più si equipara alla moneta ufficiale di un paese.
In effetti già oggi si può comprare di tutto con la moneta complementare, beni e servizi di qualsiasi tipologia.
Non ci sono settori particolarmente adatti, tutti i settori sono integrabili nella logica della moneta complementare, che per sua natura ovviamente è destinata agli operatori economici. tuttavia, qualche esperienza interessante sui consumatori privati è già stata realizzata.
Un’applicazione interessante è quella del settore B2E (Business to Employers), che vede la realizzazione di programmi di welfare impostati in moneta complementare.
Un elemento che contraddistingue OndaPay dagli altri operatori e la possibilità di acquistare energia all’interno del sistema, grazie alla presenza di un operatore del mercato libero dell’energia all’interno della sua compagine sociale.
È evidente che l’energia è una fornitura strategica perché chiunque ha un consumo energetico, e avere la possibilità di pagare le bollette con i propri beni e servizi è un vantaggio enorme, soprattutto in tempi di caro energia o di crisi esogene, come quella ad esempio del Covid 19.

Nel periodo pandemico ad esempio il Gruppo Onda ha dato la possibilità ai ristoratori in piena crisi di mantenere le forniture, pagando le bollette in moneta complementare, per poi rientrare una volta che il sistema della ristorazione si è sbloccato.
L’iniziativa di OndaPay nasce nell’immediato da un rapporto con il mondo dell’edilizia – e anche supportata da un’indagine commissionata al sociologo Renato Manheimer qualche anno fa, che ha evidenziato come, a sorpresa, più italiani di quanti si immaginino ha sentito parlare di moneta complementare e nutre a riguardo una certa curiosità sebbene sia un
argomento da circostanziare.

Più di recente l’interesse diffuso nutrito da molti punti interrogativi soprattutto da parte delle imprese ha spinto C.A.N.D.E. a proporre un dibattito per comprenderne le origini, le prospettive e la reale utilità.
Che cos’è di fatto la moneta complementare e perché il suo uso si sta espandendo così efficacemente anche in Italia? E soprattutto, come si sposa con l’esigenza della cessione dei crediti fiscali attualmente bloccati di cui C.A.N.D.E. si occupa così attivamente?
C.A.N.D.E., come ha ricordato Bartolomeo Murgese, Consigliere nazionale dell’associazione, che si muove a tutela di imprese e professionisti dell’edilizia per sbloccare la libera circolazione dei crediti fiscali maturati dai principali bonus di settore – situazione resa stagnante da una serie di provvedimenti che si sono susseguiti dallo scorso anno) – si è dimostrata ancora una volta sensibile alle novità del panorama economico italiano, invitando Luigi Martines e Dario Romano, rispettivamente Presidente del Gruppo Eneron e CEO dello spin off OndaPay, a parlare di moneta complementare.


Come già scritto, OndaPay gestisce in Italia una piattaforma in cui appunto imprese e professionisti associati possono pagare con la moneta complementare OndaCoin gli acquisti effettuati nel marketplace, mettendo in moto un circolo virtuoso di scambi e transazioni senza far ricorso (o ricorrendo solo in parte) alla liquidità.
Tra C.A.N.D.E. e OndaPay è stato di recente siglato un sodalizio con l’obiettivo di agevolare la cessione del credito fiscale verso l’acquisizione di moneta complementare, poi utilizzata per l’acquisto di beni e servizi presso le imprese e i professionisti aderenti alla piattaforma OndaPay.

Questo per bypassare il sistema bancario, poco ricettivo in questo momento storico nei confronti della cessione dei crediti fiscali. Alcune esperienze positive in tal senso sono state raccontate durante il workshop, accendendo la speranza dei partecipanti che hanno compreso l’importanza dell’opportunità offerta dalla moneta complementare per la cessione dei propri crediti.
Da evidenziare infine che la moneta complementare si inquadra nell’ambito della cosiddetta Finanza Etica, come ricordato da Gianni Pietro Girotto, già parlamentare della Repubblica, intervenuto a corollario del dibattito con una significativa e autorevole testimonianza sul tema.
Se la moneta complementare può essere impiegata ad ampio spettro, proprio per la sua natura può essere pensata per il settore culturale che soffre sempre di liquidità e che potrebbe attivare in tal modo attività di grande interesse.

Giada Luni

*Finanza Etica: cessione dei crediti fiscali in moneta complementare.*

Partecipa al secondo webinar organizzato da C.A.N.D.E. in collaborazione con OndaPay.

📌Lunedì 18 Marzo 2024 | Ore 18.00

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