A Firenze è nato uno spazio di ristorazione, un modo nuovo di avvicinarsi alla pizza.
Non è tanto l’idea di una pizzeria raffinata, con cucina, con una selezione ampia di mixology quanto un’idea diversa. Il locale di Simone Arnetoli e della moglie Laura Tosetti, Designer che ha curato l’arredo, parte del Gruppo Toscanino, Galateo Ricevimenti e Regina Bistecca, è nato con l’idea di tornare alla condivisione dopo il buio della pandemia.
L’attenzione è quindi al servizio personalizzato e condiviso in un ambiente raffinato, con un tocco vintage e varie salette una diversa dall’altra.
La stessa architettura e stile si allontanano molto dall’idea tradizionale della pizzeria perché tutto è intimo, raccolto e su misura.
All’esterno una veranda con una parte a divani per l’aperitivo che accoglie in tutte le stagioni, perché d’inverno è riscaldata e d’estate i vetri si aprono.


All’interno un grande bancone per i cocktail dichiara le intenzioni, quelle di un matrimonio singolare tra la pizza, che ha un impasto idratato fino al 75%, oltre 24 ore di lievitazione, tirato a mano, e cotto su pietra, e signature particolari e personalizzate che guardano con attenzione alla produzione toscana, dalle botaniche ai vini fortificati locali.
Ogni saletta un nome e un segno di riconoscibilità, come quella con le farfalle o la sala degli scacchi che può diventare un privé.
Le stesse luci sono mobili e si spostano per illuminare il tavolo a seconda della composizione: il tavolo può essere da due fino a 10 commensali.
Quando esce la maxi pizza da 10 persone lunga 3 metri, ‘tiratissima’ appunto, viene suonato un gong e in contemporanea parte a tutto volume nel locale, la canzone di Mina Ma che bontà….
L’idea è quella della condivisione, dell’assaggio, dello scambio ma anche della possibilità di essere serviti quando si è un gruppo tutti nello stesso momento.
Con la stessa idea qui la pizza è preceduta dall’AntipastISSIMO, minimo per due persone dove focaccine si sposano con salumi, formaggi e salse, tutti prodotti risultato di ricerca accurata.



Tra le pizze rosse vincono le classiche Margherita e Napoli seguite a ruota dalla gustosa Amatriciana; mentre fra le bianche sono sul podio quella con mortadella, burrata, pistacchi, o cotto, melanzane e tartufo.
E ancora Savini, grana e basilico, gorgonzola/composta di fichi, mandorle e capocollo Falorni o ricette ardite di acciughe al tartufo Savini, con limone candito e burrata.
Non manca l’alternativa della FocacISSIME e un menu per chi non desidera la pizza, ad esempio con salmone e uova strapazzate.
Per quanto riguarda i cocktail vanno per la maggiore l’Americano Sballato, il Perla Nera con rum bianco e scuro, lime, carbone, mela e zenzero; il Negroni Aromatico; la Regina con gin al basilico, ingredienti del bloody mary e top di velluto al fior di latte; e anche il Caterinissima con il gin toscano realizzato con le note di testa e di cuore del profumo di Caterina de’ Medici e pagliuzze d’oro zecchino.
Senza dubbio la birra vince fra tutte le richieste, seguita da champagne e lambrusco anche in versione magnum.
Quest’ultimo è il tentativo di riportare sulla ‘retta via’ chi è abituato all’abbinamento della pizza con la Coca Cola.
Avvolti in un’atmosfera design calda e ariosa sui toni del grigio con inserti colore, si può andare da Tiratissima per un aperitivo o per il BrunchISSIMO la domenica (tranne nella stagione estiva).



Il locale si affida ad una squadra di soci e collaboratori quali Gianni Giorgi, professore alla scuola alberghiera per molti anni e capo chef nelle cucine di ristoranti da oltre 30 anni; Calogero Incorvaia, organizzatore attento ed esperto informatico, nel mondo del catering e della ristorazione da una vita; Daniele Bucciarelli, attento a logistica e rapporti con fornitori e dipendenti, con pluridecennale esperienza nel settore degli eventi di lusso; Francesco Guetta giovane e preparato bartender con già diverse quotate esperienze al suo attivo; il direttore Pierluigi Paravati con molti anni di servizio ed esperienza, anche fuori Firenze.



Da Tiratissima non si va solo per mangiare e degustare ma anche per ascoltare perché il racconto dei piatti e soprattutto dei cocktail che diventano un abito su misura secondo i gusti del cliente, fanno parte integrante della serata. Insomma un incontro per i cinque sensi che appaga la mente quanto il gusto per chi è curioso di imparare.
A cura di Giada Luni