Abbiamo chiesto a Anita Riva di raccontarci da dove nasce Marchese Houses, un paradiso dove poter ritrovare se stessi nella splendida Puglia.
I motivi che ci hanno spinto a venire a vivere in Puglia si perdono nella notte dei tempi.
Ti potrei dire che dopo aver conseguito gli studi di base (liceo sperimentale ad indirizzo umanistico sociale), ho iniziato a pormi le classiche domande:
Qual è il mio posto nel mondo?
Qual’è lo scopo di questa mia esistenza?
E non ultimo:
Qual è il mio vero compito su questa Terra?
Mi sarebbe spiaciuto sprecare un’esistenza bighellonando tra un’occupazione e l’altra senza fare qualcosa di veramente utile per la mia evoluzione.
Parallelamente ad un lavoro alienante che facevo solo per mantenermi, ho iniziato a studiare agricoltura biologica e biodinamica, antroposofia e morfopsicologia…perché sentivo che era fondamentale per me allontanarmi da Milano e dalla Brianza “produttiva”, dove ancora negli anni ’80-’90 eri ciò che guadagnavi e producevi.
La famiglia mi portava a rimanere nel mondo del bello, dove un padre artista ed una madre esperta di tappeti orientali, mi inglobavano nella scelta di aprire una “Bottega d’arte”.
Con un diplomino in antiquariato mi proponevo nella vendita e nella collocazione di Opere.
Ma il tarlo in me continuava a lavorare e a crearmi una sorta di malessere per ciò che praticavo quotidianamente.
Così passavo i miei fine settimana alla ricerca di più bucoliche emozioni.
Anita Riva
Conoscere il mio attuale compagno è stata la svolta decisiva; anche lui amava la vita all’aria aperta, il ritorno a valori semplici e primordiali, il concetto di coltivare il proprio giardino-orto in modo biologico ed ecologico in sinergia con la Natura ed il Creato. Concetti che oggi sono una necessità e talvolta una moda, ma nei primi anni 90 erano purtroppo ancora agli albori.
Dopo aver setacciato palmo palmo la Penisola alla ricerca del nostro “posto” siamo approdati in Puglia quasi per caso.
Amici dei miei genitori comprarono nei primi anni 80 un trullo rispondendo ad un’inserzione pubblicata sul Corriere della Sera!
Dopo una prima visita di cortesia scopro con piacere di avere una forte affinità con questo posto.
In quegli anni la Valle d’Itria era ancora un luogo estremamente vergine, disseminato di terrazzamenti ed abitazioni in pietra a secco. Questo luogo trasudava letteralmente del paziente e sapiente lavoro dell’uomo.
Se ne erano accorti anche numerosi maestri spirituali che lo designavano sede dei loro ritiri.
Scoprii così un ashram induista, un centro di buddismo tibetano, un centro di cristianesimo primitivo, un altro di Sai Baba…gente da tutto il Mondo veniva attirata dall’energia positiva emanata da questi luoghi..
Durante una visita al centro Bhole Baba di Cisternino una guida che spiegava come fosse nato questo ashram mi disse:”vedi, questo luogo è Sacro – Sacro perché è santificato dal lavoro dell’uomo.
Queste parole risuonarono e risuonano in me da allora.
Mi reputo una persona estremamente fortunata nel poter vivere in un luogo creato da queste prerogative.
Col mio compagno quindi nel 1994 comprammo il primo trullo diruto ed un ettaro e mezzo di terra, fatto di terrazzamenti ulivi, mandorli, fichi, la tipica coltura del bacino del Mediterraneo.
Ogni palmo di questo piccolo podere trasudava di fatica contadina. Il fabbricato, anche se in pessime condizioni veniva chiamato dai vicini “il trullo bello” per la posizione panoramica sulla Vallata.
In poco tempo siamo diventati custodi di circa 14 ha di terra, custodi, non proprietari secondo noi ,perché abbiamo sempre pensato che i concetti di preservare e tramandare implichino una inclusione che il concetto di proprietà non ammette.
Ma questa se vogliamo è un’altra storia. Ci siamo sempre proiettati verso un concetto di eco-villaggio che accogliesse tutti coloro che volessero condividere esperienze bio-sostenibili con noi.
E fin qui sembrano tutte rose e fiori!!!
In realtà dopo aver costruito una grande casa sulla falsariga delle masserie locali per accogliere gente…la gente non è arrivata!!
Ci siamo ritrovati in tre,(nel frattempo era nato Emanuele) a portare avanti un grande progetto…e quindi, per farla breve ecco subentrare la fase due del percorso: vendere la casa, vendere gran parte dei terreni dei fabbricati e degli animali ( si erano aggiunte pecore, capre cavallo e numerose specie volatili, tipo arca di Noè!) ma conservare il nucleo centrale di quell’idea, una Lamia e due trulli con circa quattro ha di terreno che in ultimo, sembrava non volesse acquistare nessuno!!
Due anni in vendita e nessun acquirente interessato.
Dopo qualche tentennamento decido di tenerli e di metterli a rendita.
Nel frattempo Manu è cresciuto, diventato un eccellente operatore olistico ed allenatore di portieri, (sportivone come il suo papà).
Perché non dare a lui l’opportunità di svolgere la sua attività in questo Paradiso? “
Lo sai che c’è?
Se non lo vuole nessuno lo teniamo noi!”
Del resto a questo punto dopo vent’anni ce lo meritiamo, forse lo spirito di questo luogo non vuole che ce ne andiamo!!
Questo è stato il mio pensiero, negli ultimi tre anni tutti i nostri sforzi si sono incentrati in tal senso : dare ai nostri ospiti la possibilità di vivere la Valle d’Itria come la viviamo noi, accolti in un luogo che è pura poesia, con l’ospitalità che solo questa terra sa dare mediata dalla nostra conoscenza e dal nostro amore, che ti garantisco, traspare in tutto quello che facciamo.
La nostra Lamia ristrutturata al meglio delle nostre possibilità offre un percorso sensoriale grazie anche al recupero di una cisterna trasformata in una vasca idromassaggio, la piscina esterna doveva essere ai nostri occhi qualcosa di molto simile a un’abbeveratoio per gli animali, non una vasca olimpionica a sei corsie!!
E dulcis in fundo, si è aggiunta al nostro progetto una Yurta o Gher proveniente dalla Mongolia, anch’essa come i trulli patrimonio dell’Umanità, una tenda dove tra cielo e terra godere di trattamenti olistici in full immersion.
Grazie Anita , esaustiva, interessante culturalmente stimolante.
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