Sono nata ad Albenga (SV), città romana davanti al mare.
Nel 1983, dopo il diploma magistrale mi trasferisco a Milano per iscrivermi al corso di grafica c/o l’Istituto Europeo di Design, Scuola Superiore di Comunicazione.
In quel periodo della mia vita sono molto attratta dal bianco e nero, dalle forme, dalla precisione e dal rigore; allo stesso tempo mi interessa apprendere tecniche di comunicazione e di psicologia.
Tra le materie scolastiche del corso di grafica mi interessa particolarmente: la fotografica, la gestalt, la teoria del colore, il lettering, la progettazione, l’immagine coordinata.
Dopo il 2do diploma superiore, cerco di capire quale evoluzione grafica sia più giusta per me.
Ho la fortuna di iniziare il mio percorso lavorativo nello studio dell’Art Director Romano Carrier Ragazzi da cui imparo le basi dell’impaginazione, il restyling e la progettazione di testate edite da Mondadori, Fabbri, Rusconi etc…
Progettare una pagina bianca per una rivista richiede la creazione di un layout chiaro e funzionale, allo stesso tempo accattivante, che attiri l’attenzione del lettore, un misto di tecnica e creatività; forse per questo o forse perchè predisposta alla ‘composizione’ scelgo di proseguire nella grafica editoriale piuttosto che pubblicitaria o televisiva che già prevedeva l’uso dei primissimi computer.
Continuo come grafica free-lance per note testate di moda c/o Ed. Condè Nast, Gruppo Futura, Universo, Nuova Eri.
Nel 2003 sono assunta come giornalista grafica nella redazione di ‘GLAMOUR’ e infine a ‘ELLE Italia’ fino al 2016.
Nel frattempo la tecnologia avanza, il computer prende il posto della carta, il mouse il posto della matita e sento che quello che avevo scelto come il lavoro della vita ormai sta diventando altro.
Ancòra una volta mi ascolto e nel 2003 (contemporaneamente al lavoro di grafica) scelgo di tornare alla manualità ricominciando ad utilizzare la carta in tutte le sue molteplici espressioni; per questo seguo corsi di legatoria, cartonnage, origami, tecniche di decorazione della carta (marmorizzazione, suminagashi etc…) fino all’incontro con la tecnica del ‘quilling’ che mi appassiona e mi dà la possibilità di creare resistenti perle di carta, le quali una volta infilate, diventeranno collane a ritmi differenti.
E’ nel 2003 che inizio l’avventura da me chiamata ‘Gioiello di Carta’ e che, diventerà poco dopo ‘EMOTIONAL PAPER JEWEL’ perchè io per prima mi emozionavo ogni volta che ne nasceva uno.
Attraverso questa nuova espressione artistica e comunicativa prendo consapevolezza di me e riscopro il mondo artistico che mi aveva accompagnato fino a quel momento ma che era stata un po’ soffocata dal lavoro grafico seppur creativo.
Nel 2009, grazie alla Storica del Gioiello, Bianca Cappello e alla Storica d’Arte, Stefania Portinari, che curano rispettivamente la mostra ‘Il Gioiello di carta’ a Milano c/o il Palazzo della Triennale e una mostra personale a Vicenza c/o Casa Cogollo, entro ufficialmente nel mondo del Gioiello Contemporaneo.
INTERVISTA
-Il tuo primo contatto con il mondo del gioiello alternativo?
Capitó tutto per caso (o forse il caso non esiste)
Avevo già cominciato a creare le mie prime collane di carta (2003/4) dopo un workshop sul ‘Quilling’ e avevo già presentato i primi lavori a MILANO c/o la Boutique FABRIANO, all’epoca in via Verri; c/o SURIMONO in via Monforte, con il FAI a Villa Panza, partecipato al ‘CLOUDNINE’ di Pitti Immagine in via Tortona, quando incontrai Bianca Cappello (storica del Gioiello) che cominció ad interessarsi al mio lavoro (decisamente alternativo e soprattutto nuovo) sicuramente lontano dal mondo del Gioiello classico. Fu con lei che andai in visita allo Smuck di Monaco e scoprii un mondo a me totalmente sconosciuto, dato che fino ad allora mi ero occupata solo di grafica.
Scoprii il Gioiello Contemporaneo anche la visita di SIERAAD ad Amsterdam non fu da meno! Ogni volta che avevo qualche giorno di ferie ne approfittavo per andare a visitare esposizioni di gioiello contemporaneo e artistico. Amsterdam la trovavo decisamente avanti!!!
-Quando hai deciso di intraprendere il tuo percorso nel campo del gioiello d’ arte?
Non fu una vera e propria decisione, direi invece che la Vita mi stava portando verso una nuova situazione e, amando l’avventura ed essendo curiosa per natura, l’ho solo seguita.
-La tua prima opera?
Se per opera consideriamo un’espressione di me stessa, un manifestarmi, un espormi e parlare attraverso di lei, allora è decisamente la collana in cartoncino ondulato argentato; è stata lei a portarmi fortuna! La posso considerare proprio il mio ‘cavallo di battaglia’, direi il mio marchio.
Ad ogni occasione espositiva ero certa che sarei stata selezionata grazie alla mia ‘SROTOLATA’ / ‘UNROLLER’ che molto mi ha insegnato in fase di lavorazione. Ho seguito semplicemente ciò che la carta in quel momento mi. chiedeva, tra le cose il ‘LASCIAR ANDARE’, la NON ostinazione nel pretendere un risultato deciso o disegnato da me in precedenza; mi ha insegnato ad ascoltare rispettosamente il materiale che in quel momento era tra le mie mani e ad assecondarlo, in una parola il ‘non controllo’ totale su ciò che si stava creando.
-A cosa ti ispiri quando crei?
Mi porto il mare dentro, quel mare con il quale sono cresciuta in Liguria.
Nei miei ‘Gioielli di Carta’ spesso si rincorrono le onde, anche quando creo forme nuove spesso il mio pensiero va a linee morbide e/o a forme che ricordano conchiglie, corallo, formazioni marine.
Sono comunque forme che ne richiamano altre, arrivando da una formazione grafica e gestaltica non posso fare a meno di comporre senza fare riferimento alle forme partendo dalle basiche ed evolvendo in più complesse.
-Conta più la tecnica o la creatività?
Non può esistere una senza l’altra. E’ la padronanza della tecnica che ti mette nelle condizioni di liberartene e creare altro
-Cos’è per te il gioiello?
Posso chiamare gioiello qualsiasi cosa che mi porti gioia.
Ogni cosa preziosa in quanto particolarmente bello, pregiato, eccezionale o a me molto caro.
-Cos’ è per te l’arte?
Espressione dell’Anima.
La nostra vera Essenza resa visibile.
-Se potessi incontrare un artista/gioielliere del passato, chi e cosa gli chiederesti?
Hai detto bene, se potessi incontrare un artista/gioielliere chiederei a Renè Lalique di assumermi a tempo pieno
-Raccontami un aneddoto che ricordi con il sorriso.
Durante le varie esposizioni mi è capitato moltissime volte di vedere avvicinarsi non solo donne ma anche uomini incuriositi.
Ho sorriso ogni volta che li ho visti impegnati a cercare di scoprire di che materiale si trattasse, per poi rimanere stupiti scoprendo che fosse carta.
-Quali sono i tuoi clienti principali?
Sono donne che amano sempre ‘giocare’ e stupire; un po’ fuori dalle regole, alternative e coraggiose.
-Che differenza c’è, nella percezione dell’arte del gioiello alternativo tra Italia ed estero?
Credo che in Italia si sia ancóra legati al concerto di gioiello = oro o pietre preziose, all’estero questo concetto invece è molto più sdoganato.
-Quanto conta la comunicazione?
Tantissimo e sempre!!! Ma sono convinta che conti la relazione che si crea tra artista e il fruitore.
La nuova comunicazione solo web si perde nell’etere, la relazione emotiva tra le persone crea un legame più profondo
Grazie Angela per il tempo a noi dedicato